In Italia, nel 2020, nel mercato immobiliare alberghiero ci sono state solo 1,5 miliardi di transazioni, dopo un eccezionale 2019
Quanto al mercato della locazione breve, anche questo settore lo scorso anno ha registrato un calo dell’80%, ma è in corso una ripresa
Gli investimenti nell’alberghiero italiano dovrebbero triplicare nel prossimo triennio e toccare i 3 miliardi di euro nel 2023
L’Italia si conferma al 2° posto, dopo la Francia, nelle scelte internazionali per gli alberghi di alta gamma
Per quanto riguarda l’Italia, infatti, “il 2021 vede una ripresa debole, soprattutto sul versante degli stranieri. Ma è il momento per migliorare l’offerta e renderla più competitiva – ha spiegato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, in apertura dei lavori – Gli investimenti previsti nel Pnrr aumenteranno la rete infrastrutturale e permetteranno uno sviluppo importante nei prossimi anni”.
Secondo Breglia, infatti, “gli investimenti nell’alberghiero italiano dovrebbero triplicare nel prossimo triennio e toccare i 3 miliardi di euro nel 2023. Almeno secondo le intenzioni dei gestori, raccolte con un ampio sondaggio nelle scorse settimane. L’Italia si conferma al secondo posto, dopo la Francia, nelle scelte internazionali per gli alberghi di alta gamma”.
A essere stato travolto dalla crisi è stato tutto il settore, senza alcuna eccezione: dal mercato alberghiero a quello della locazione breve. In particolare, dal Rapporto 2021 sul mercato immobiliare alberghiero di Scenari Immobiliari è risultato che a livello europeo nel 2020 il mercato ha toccato il minimo del secolo con 12 miliardi di euro transati (-68% sul 2019), ma le notizie sono rosee. Secondo gli esperti, infatti, è in corso una ripresa che dovrebbe portare gli scambi a 19 miliardi di euro a fine 2021, anche se “solo nel 2023 si supererà l’anno record 2019 con oltre 40 miliari di euro di scambi”.
Nel 2020, nel mercato immobiliare alberghiero italiano ci sono state “solo 1,5 miliardi di transazioni, dopo un eccezionale 2019”, ha spiegato Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari, aggiungendo che la spinta degli investitori è però molte forte e si prospettano due anni di forti incrementi e di nuove aperture, non solo nelle città più importanti, ma anche nelle migliori località turistiche. “La vera sfida per il mercato italiano – ha poi aggiunto Zirnstein – non è solo la crescita degli hotel cinque stelle (ci stiamo avvicinando alla media europea) ma gli alberghi di livello a quattro stelle per intercettare la fascia di turisti più ampia e in crescita”.
In generale, però, se è vero che si è bloccato il processo di crescita ininterrotto che durava da circa mezzo secolo, vero è anche che dovrebbe riprendersi rapidamente, perché c’è sia desiderio di muoversi da parte delle famiglie, sia voglia di innovare da parte degli operatori.
“Sulla base delle analisi condotte da Enit (Agenzia nazionale del turismo, ndr) il più probabile scenario per l’Italia configura un ritorno quasi completo dei flussi tra il 2022 e il 2023 – ha dichiarato Giorgio Palmucci, presidente di Enit, ribadendo che “la crisi covid ha determinato anche un rallentamento sulle dinamiche degli investimenti nel settore alberghiero, che pure nel 2019 avevano toccato i massimi degli ultimi anni” e che “nel 2020 il volume totale delle transazioni in Italia ha visto una riduzione ben superiore al 60% rispetto al 2019”, ma che “la prospettiva di medio-lungo periodo continua a mantenersi positiva e resta alta l’attenzione in particolare sulle top destination con Roma sempre al secondo posto dopo Venezia”.
Di avviso simile anche Giampiero Schiavo, amministratore delegato di Castello Sgr, che ha spiegato che i segnali che si colgono in questi primi mesi del 2021, sostenuti da una crescente domanda interna, sono incoraggianti e mostrano che l’intero settore alberghiero sta ripartendo e che la società vuole consolidare questo trend e puntare su un ulteriore sviluppo dell’offerta business e leisure. “L’hospitality è un settore di massima importanza strategica per il nostro paese e il rilancio dell’Italia passa necessariamente dalla capacità di essere attrattivi sia per il pubblico leisure sia per quello business”, ha infine concluso Francesco Canzonieri, presidente di Castello Sgr.