Al risultato di 6,1 miliardi hanno contribuito il balzo del 27% di interessi netti, il +25% di ricavi e costi sostanzialmente stabili. Numeri che fanno rivedere al rialzo le previsioni di fine anno, per cui il 2023 potrebbe chiudersi con un risultato netto di 7,5 miliardi
La divisione private banking del gruppo Intesa Sanpaolo ha realizzato un risultato netto pari a 1,038 miliardi di euro (1,7 miliardi è il risultato della gestione operativa), rafforzando la sua leadership; sul trimestre segna 337 milioni, cifra leggermente inferiore rispetto ai 358 dello stesso periodo nel 2022
I primi nove mesi 2023 del private banking di Intesa Sanpaolo
Un risultato in apparente contraddizione: sull’anno (al 30/09/2023) la divisione private banking del gruppo Intesa Sanpaolo ha realizzato un risultato netto pari a 1,038 miliardi di euro (1,7 miliardi è il risultato della gestione operativa), rafforzando la sua leadership; sul trimestre segna 337 milioni, cifra leggermente inferiore rispetto ai 358 dello stesso periodo nel 2022, derivante da una contrazione dei proventi operativi (-1,9%); ma si assiste a una tiepida riduzione dei costi (-3%) all’interno della divisione dal secondo al terzo trimestre. Nel complesso, Intesa Sanpaolo ha chiuso «i migliori 9 mesi di sempre dal 2007 e il terzo trimestre migliore di sempre». Il ceo e consigliere delegato Carlo Messina ha dichiarato alla stampa e agli analisti che il gruppo ha terminato il terzo trimestre mettendo a segno 6,1 miliardi di risultato netto cumulato per i primi nove mesi dell’anno (1,9 miliardi nel solo trimestre), cui hanno contribuito il balzo del 27% di interessi netti, il +25% di ricavi e costi sostanzialmente stabili. Numeri che fanno rivedere al rialzo le previsioni di fine anno, per cui il 2023 potrebbe chiudersi con un risultato netto di 7,5 miliardi.
Intesa Sanpaolo, la prima banca in Europa per rendimenti azionari
Il rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione (cost / income ratio) nei nove mesi è il più basso di sempre (41,9%), con costi operativi sostanzialmente stabili «nonostante l’inflazione e gli investimenti significativi in tecnologia». Ai minimi anche il costo del rischio (28pb annualizzato) grazie alla gestione degli npl; i flussi di crediti deteriorati sono ai minimi storici. La patrimonializzazione resta elevata, al 13,6% (fully phased-in common equity ratio). Sul fronte dividendi, l’ad evidenzia che «nei primi nove mesi dell’anno la crescita dei ricavi da interessi ha reso possibile un deciso aumento della redditività, di conseguenza i dividendi maturati sono pari a 4,3 miliardi di euro, dei quali 2,6 miliardi saranno pagati il 22 novembre come interim dividend. La nostra banca risulta la prima in Europa quanto a dividend yield; è da sottolineare che di questi circa il 40% è destinato alle famiglie italiane e alle fondazioni nostre azioniste, consentendo importanti interventi di carattere sociale nei territori di appartenenza».
Wealth e asset management Isp 2023 parziali
Le aree wealth management, protection & advisory (oltre 1200 miliardi di euro di attività della clientela) hanno contribuito ai risultati complessiva grazie alla crescita delle commissioni. Messina sottolinea che «negli anni la nostra Banca ha sviluppato un modello unico caratterizzata da: la consolidata forza commerciale delle divisioni al servizio di famiglie e imprese, uno sviluppo di rilievo delle attività del wealth management, un’offerta digitale tecnologicamente avanzata, la gestione delle attività internazionali improntata all’efficienza. Tutto ciò non solo ci consente di trarre benefici dal contesto attuale, ma garantirà resilienza e redditività negli scenari futuri».
Sempre considerando i primi nove mesi del 2023, la divisione asset management di Intesa Sanpaolo segna una diminuzione dei proventi operativi netti (689 milioni di euro, a fronte dei 724 per l’analogo periodo del 2022) e una riduzione del risultato netto (372 milioni da 435 milioni) con un aumento dei costi operativi di oltre l’11%. Tendenze analoghe si rilevano sul trimestre. La divisione insurance registra di contro un lieve aumento dei proventi operativi detti (1,23 miliardi da 1,22 miliardi, +0,7%) e del risultato netto di periodo: 709 milioni, mentre nel 2022 metteva a segno 698 milioni.