“In Italia abbiamo circa 35,5 milioni di unità immobiliari residenziali e una popolazione di 26 milioni di famiglie, questo significa che in teoria (tra seconde case e immobili poco utilizzati) ci sono 9 milioni di case vuote, pari a circa il 25% del totale. Ma se la stessa analisi venisse effettuata solo nelle città principali città, ovvero Milano, Roma, Bologna, Torino etc, verso le quali la popolazione si sta spostando, in primis gli studenti, questa percentuale scenderebbe a meno del 2% a Roma e al 3% a Milano. Quindi non è vera la narrazione che in Italia abbiamo milioni di case inutilizzate; purtroppo abbiamo tante case dove non ci servono più. Il grande lavoro che andrà fatto nel futuro, allora, è sì quello di dare forza anche a quei territori che sono considerati territori minori, per cercare di trovare una nuova vita, ma soprattutto quello di dare consistenza alle nostre città per poterci vivere”.
Lo ha detto Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari, in occasione della presentazione della 31esima edizione del Forum di Scenari Immobiliari, che si terrà il 15 e 16 settembre per la prima volta all’Excelsior Palace di Rapallo e avrà come tema guida “City to be – La città che vogliamo”.
Dove investire in Italia?
“Su pochi territori”, ha risposto Zirnstein, precisando che dipende però dall’obiettivo di investimento di ciascun investitore
“Se uno ha, come obiettivo di investimento, un puro scopo economico potrebbe vedere un ritorno investendo su Milano, Roma e su poche altre realtà, come Bologna, Padova e, in parte, Venezia e Firenze. Ossia nelle grandi città universitarie, che tali rimarranno ancora almeno per altri 30 anni (un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, tipico dell’immobiliare, ndr)”, ha spiegato il direttore generale di Scenari Immobiliari – Poi c’è un tipo di investimento che mette insieme il piacere personale e la possibilità di ottenere qualche entrata. E questo è il tipico investimento nei luoghi di villeggiatura, come si diceva una volta, oggi riqualificato come investimento nei luoghi in cui è bello e piacevole vivere”.
In questo caso, però, va fatta una precisazione, che porta a tre le modalità di investimento.
“Ci possono essere, infatti, due tipi di investimenti: per un utilizzo molto frequente oppure come pura forma di investimento a scopo di ricettività. Nel primo caso, le acquisizioni andrebbero effettuate non troppo lontano dai grandi capoluoghi. Per Bologna, per esempio, la zona romagnola, per Roma la costa tirrenica, per Milano da sempre le location migliori per questa forma di investimento sono la Liguria e la Valle d’Aosta, oltre alla zona dei laghi, un mercato molto particolare che in questo momento sta andando molto bene, dopo però diversi anni di difficoltà.”, ha precisato Zirnstein – Nel secondo caso, invece, come investimento a scopo di ricettività bisognerebbe andare a privilegiare, a mio parere, quelle zone che sono conosciute in tutto il mondo, per esempio Capri, la costiera amalfitana, oppure i grandi borghi toscani etc”.
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Che città vorreste?
Durante il forum del 15-16 settembre il tema guida sarà “City to be – La città che vogliamo”.
“Quello sulle città è un lavoro essenziale che oggi si sta facendo in tutto il mondo. Sono noti infatti i numeri che raccontano quanto l’inurbamento continui a essere il filo conduttore delle nostre vite e quanto questo trend non si sia arrestato neanche durante la pandemia”, ha risposto Zirnstein, precisando che la città è il luogo dei servizi.
Cosa cerchiamo?
Noi vogliamo una città sicura e bella, un luogo nel quale sia facile vivere, una città che ci aiuti a vivere meglio. E chi può darci tutti questi risultati? I servizi. All’interno del forum verrà affrontato quindi il tema della città nelle sue ampie declinazioni: quindi la casa per la vendita, la casa per la locazione, la casa per gli studenti, la casa nel social housing, ossia la casa per coloro che ne hanno bisogno di appartamenti con prezzi calmierati. “Perché le città non vivono senza chi i servizi le fa funzionare: questo è il tema principale”, ha concluso Zirnstein.