L’attuale pandemia potrebbe provocare sul mercato delle locazioni un calmieramento dei canoni
Chi aveva comprato per mettere a reddito, con la formula degli affitti brevi, potrebbe decidere di immettere questi immobili sul segmento residenziale
Intanto, per il mondo turistico si prospetta un buco da 8,2 miliardi di euro
“Sul mercato delle locazioni l’attuale pandemia potrebbe provocare diversi effetti. Uno è il calmieramento dei canoni di locazione, soprattutto se la crisi economica dovesse intaccare in modo importante i redditi delle persone che chiederebbero una revisione al ribasso. Secondo, essendo stato colpito in particolare il segmento turistico, chi aveva comprato per mettere a reddito con affitti brevi potrebbe decidere di immettere questi immobili sul segmento residenziale, con il conseguente aumento di offerta, in particolare in quelle città e in quelle aree in cui il mercato delle locazioni turistiche era saturo”.
A mettere in luce quello che potrebbe avvenire nel mondo real estate per colpa dell’esplosione del coronavirus è l’ufficio studi di Tecnocasa che, analizzando il settore degli affitti, aveva evidenziato un recupero del comparto dal 2009 ad oggi e un cambiamento nel modo di vivere degli italiani, con sempre un maggior numero di persone (soprattutto giovani) che scelgono volutamente la locazione per essere più liberi di cambiare, ma anche perché, in molti casi, non possono accedere al credito. “Infatti, è elevata la percentuale di chi opta per la locazione come scelta abitativa (64,7%)”, riferiscono da Tecnocasa.
C’è poi un terzo trend che sta emergendo: un aumento di domanda di abitazioni luminose e con spazi esterni, caratteristiche che la pandemia ha esaltato ulteriormente rispetto al passato. “Dopo il periodo di smarrimento iniziale, causato dal lockdown totale, gli Italiani si sono resi conto dei pregi e difetti delle abitazioni in cui vivono”, ha dichiarato
Alessandro Caglieris, consigliere delegato Tecnomedia Srl, che poi ha aggiunto che sono molti i fattori che determinano il giudizio sul proprio immobile. “Ad esempio – ha detto – la luminosità, la presenza di spazi esterni vivibili, la possibilità di avere un angolo in casa per lavorare in tranquillità o la connessione veloce stanno assumendo un valore più importante”.
Se il settore residenziale è stato profondamente colpito dal covid-19, al mondo alberghiero sta andando ancora peggio, affossato com’è da disdette e cancellazioni. Secondo le elaborazioni del Centro studi di Unimpresa su dati dell’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio, infatti, il 77% delle imprese del settore alberghiero ha registrato disdette delle prenotazioni, seguito dal settore extralberghiero con il 65,2% delle imprese che ha ricevuto annullamenti. “Dal punto di vista economico, siamo di fronte a uno scenario di guerra”, ha affermato il vicepresidente di Unimpresa, Salvo Politino, precisando che “dopo il lockdown, il turismo ripartirà come negli anni ‘50 e ‘60, ragion per cui bisognerà puntare necessariamente alla domanda interna, al cosiddetto turismo domestico”. E tutto questo porterà a un buco da 8,2 miliardi di euro nei prossimi mesi per l’intero comparto. In particolare, sempre secondo i dati di Unimpresa, chi gestisce alloggi rischia di veder crollare il fatturato di 2,3 miliardi di euro, i ristoranti e i bar rischiano di avere 2,1 miliardi in meno, il comparto agroalimentare di avere un calo di 999 milioni di euro. E ancora: 1,4 miliardi in meno sono invece i ricavi mancanti nell’area dell’abbigliamento e delle calzature, mentre 1,3 miliardi in meno sono quelli previsti per le attività ricreative e i trasporti.
L’attuale pandemia potrebbe provocare sul mercato delle locazioni un calmieramento dei canoniChi aveva comprato per mettere a reddito, con la formula degli affitti brevi, potrebbe decidere di immettere questi immobili sul segmento residenzialeIntanto, per il mondo turistico si prospetta un buco da …