Cresce la prospettiva che il Regno Unito entri nel 2021 senza un accordo commerciale con l’Ue. Questo “pone rischi al ribasso per la sterlina nel mese a venire”, dicono gli analisti
Lo scenario di base è quello di un’uscita hard ma non disordinata. “Questa possibilità, con pochi o nessun passaggio intermedio per gestire l’aggiustamento in commercio di merci e servizi finanziari, potrebbe riportare l’economia del Regno Unito in recessione all’inizio del 2021”
L’8 settembre 2020 inizierà a Londra l’ottavo round di colloqui fra i negoziatori Ue e Uk. Il premier britannico Boris Johnson minaccia di abbandonare il tavolo dei negoziati commerciali se non verrà raggiunto un accordo sul commercio entro il 15 ottobre. “Stiamo entrando nella fase finale dei nostri negoziati con l’Unione Europea. L’Ue è stata molto chiara sul calendario e lo sono anche io. […] Se non riusciremo a essere d’accordo per tale data [il 15/10/2020, ndr], allora non vedo come possa essere raggiunto un accordo di libero scambio tra di noi, e dovremmo entrambi accettarlo e andare avanti”, ha detto Johnson spiegando che, in tal caso, “avremo un accordo commerciale con l’Ue come quello con l’Australia”.
Il premier britannico starebbe elaborando una legislazione per annullare la parte dell’accordo sulla Brexit relativa all’Irlanda del Nord. Mossa che potrebbe porre fine ai colloqui.
Cresce così la prospettiva che il Regno Unito entri nel 2021 senza un accordo commerciale con l’Ue. Questo “pone rischi al ribasso per la sterlina nel mese a venire”, dicono gli analisti di Mitsubishi UFJ Financial Group e di Hargreaves Lansdown.
Un portavoce della Commissione europea fa sapere che “stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per raggiungere un accordo che sia in linea con gli interessi economici e politici di lungo termine dell’Ue”. Ma le ultime azioni del Regno Unito suggeriscono che il paese “sta cercando di aumentare la pressione per ottenere un accordo di suo gradimento”. E la strategia “non aumenta le possibilità di un buon risultato”, commenta Kallum Pickering, economista senior di Berenberg. Lo scenario di base di Berenberg è quello di un’uscita hard ma non disordinata. “Questa possibilità, con pochi o nessun passaggio intermedio per gestire l’aggiustamento in commercio di merci e servizi finanziari, potrebbe riportare l’economia del Regno Unito in recessione all’inizio del 2021”, conclude Pickering.
Dal canto suo il capo-negoziatore dell’Ue per la Brexit, Michel Barnier, “sebbene siamo determinati a raggiungere un accordo con l’Uk, l’Ue sarà pronta, nel caso di un no-deal, a commerciare con il Regno Uniti sulla base dei termini dell’Omc dal primo gennaio 2021”, ha aggiunto.
Intanto, malumori arrivano anche dalla British Airline Pilots Association, che si è rivolta al governo Uk affinché sia fatta “la necessaria chiarezza” sull’impatto della Brexit sul settore dell’aviazione.
In una nota l’associazione osserva che “non è ancora chiaro quali accordi rimarranno in vigore tra il Regno Unito e l’Unione europea per il settore aereo dal 2021 in poi”. La risposta arriverà entro il 15 ottobre.