Eurostat fa sapere che i prezzi al consumo sono scesi dello 0,2% ad agosto. Ad esserne colpiti, 12 Paesi sui 19 dell’Eurozona, fra cui Italia, Francia, Spagna, Germania, Portogallo, Grecia
La crescita annuale dei prezzi per i servizi stenta a un +0,7% ad agosto, mentre l’inflazione core (quella depurata dai prezzi di energia, cibo, tabacco) nello stesso mese arranca a +0,4% (a luglio era a +1,2%)
I motivi? Per alcuni, i prezzi del petrolio in calo, il recente taglio dell’Iva in Germania, i saldi in ritardo in Italia, Francia, Belgio, l’euro in rafforzamento nei confronti delle altre valute. Ma la risposta della Bce non sarà scontata
Gli analisti puntano il dito contro i prezzi del petrolio in calo, il recente taglio dell’Iva in Germania, i saldi in ritardo in Italia, Francia, Belgio. Contro un euro in rafforzamento nei confronti delle altre valute.
Florian Hense, economista di Berenberg, prevede che se la disinflazione dovesse continuare, la Bce si troverebbe costretta entro dicembre a rinnovare il suo programma di acquisto titoli per l’emergenza pandemica. La sua collega Daniela Ordonez, economista da Oxford Economics è concorde: Francoforte dovrà aumentare ancora gli stimoli, se l’inflazione core non si deciderà a salire. Ma la Bce ha già detto di voler ampliare il suo programma di acquisti da 750 miliardi a 1350 miliardi di euro, e di volerlo estendere al 2021.
Molti ritengono che l’Eurotower rivedrà le sue previsioni di inflazione, ravvisando quest’ultima all’1,3% per il 2022. Livello decisamente lontano dall’agognato obiettivo del 2%. Ma Isabel Schnabel, del comitato esecutivo Ecb, non è dello stesso avviso. La funzionaria ha infatti dichiarato a Reuters che “fintantoché lo scenario di base rimarrà immutato, non ci sarà motivo di aggiustare l’orientamento di politica monetaria”. Un cauto segnale di ottimismo, forse.