La regolamentazione necessita di tempo per essere integrata nei processi di consulenza e intermediazione; mentre cresce la quota di investitori retail sensibili ai temi Esg
“I professionisti dovranno continuare ad acquisire competenze specializzate per affrontare sfide sempre più complesse legate alle preferenze degli investitori”
A ormai oltre un anno dall’entrata in vigore della revisione della Mifid 2 in chiave “verde”, la sensibilizzazione sui prodotti finanziari sostenibili e l’offerta di una consulenza finanziaria di alta qualità su questo fronte sono diventati una priorità. Se da un lato ai banker sono richieste competenze sempre più specialistiche, dall’altro l’industria del risparmio gestito ha dovuto ridurre il disallineamento tra i prodotti disponibili e le preferenze di sostenibilità dei clienti – di cui gli intermediari finanziari devono tenere conto nel corso del processo di profilazione e di valutazione dell’adeguatezza dell’offerta, ai sensi della direttiva. E intanto il panorama regolamentare continua ad arricchirsi (e complicarsi).
“Tra le novità di policy degli ultimi mesi, quelle riguardanti il fronte Sustainable finance disclosure regulation (Sfdr, la normativa europea sull’informativa di sostenibilità nel settore dei servizi finanziari, ndr) sono sicuramente di maggiore interesse per i consulenti finanziari”, ricorda Alessandro Asmundo, research and policy officer del Forum per la finanza sostenibile. “A novembre 2022, l’Esma ha posto in consultazione delle linee guida sulla nomenclatura dei fondi sostenibili, che hanno l’obiettivo di contrastare il greenwashing attraverso l’introduzione di criteri minimi di sostenibilità per le diverse categorie di prodotti”, spiega Asmundo. Lo scorso aprile, inoltre, le ESAs hanno presentato una proposta di modifica al regolamento delegato della Sfdr che potrebbe avere conseguenze sulla tipologia di informazioni richieste agli operatori finanziari. Ma sarà necessario attendere la presentazione della versione definitiva a ottobre 2023 per valutare l’effettivo impatto delle modifiche proposte, tra cui l’ampliamento degli indicatori sociali (in relazione ai Principal adverse impact, ovvero indicatori che hanno lo scopo di rappresentare in che misura le decisioni di investimento potrebbero avere effetti negativi sui fattori di sostenibilità, ndr) e l’introduzione di requisiti più stringenti sugli obiettivi di decarbonizzazione. “Le proposte delle ESAs ambiscono a migliorare l’usabilità, la trasparenza e la coerenza dell’attuale quadro normativo”, osserva Asmundo, ricordando come le modifiche siano state accolte positivamente, come indicato anche nella posizione di Eurosif e dei suoi membri sul tema. “L’associazione sottolinea che la revisione del livello 2 dovrà essere accompagnata anche dalla revisione del livello 1 del regolamento, attualmente in discussione”, rammenta l’esperto.
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Intanto, il bilancio sui 12 mesi dell’entrata in vigore della revisione sulla Mifid 2 mostra una sensibilità crescente alle tematiche green. “La ricerca Risparmiatori italiani e transizione energetica condotta da Forum per la finanza sostenibile e Bva Doxa offre alcuni spunti interessanti sul rapporto tra risparmiatori, consulenti e investimenti sostenibili”, dichiara Asmundo. Innanzitutto, cresce la quota di investitori retail sensibili a questi temi e che hanno sottoscritto prodotti Sri. E l’accesso a informazioni di qualità nella scelta degli investimenti sostenibili è un elemento cruciale che rende fondamentale il supporto del consulente, spiega l’esperto. “Più che di criticità parlerei dell’opportunità di comunicare ai clienti in modo chiaro ed efficace questi temi, considerando che l’integrazione dei fattori Esg (Environmental, social, governance) nel processo di investimento rappresenta un vantaggio”, interviene Marina Maghelli, certificata Efp e consigliere d’amministrazione di Efpa Italia. “Allo stesso tempo è però fondamentale che i consulenti abbiano le necessarie conoscenze e competenze in merito”. Un tema sollevato anche da Asmundo, che aggiunge come al contempo saranno necessari sforzi sempre maggiori da parte di chi costruisce i prodotti di investimento per rispondere alle esigenze dei risparmiatori.
“La regolamentazione necessita di tempo per diventare pienamente operativa e per essere integrata nei processi di consulenza e intermediazione. Una valutazione più completa e organica potrà quindi essere effettuata quando l’architettura normativa, inclusi Tassonomia, Sfdr, Csrd (direttiva sui report di sostenibilità delle aziende, che introduce nuovi obblighi di rendicontazione di natura non finanziaria, ndr), Csddd (Corporate sustainability due diligence directive, che mette sotto la lente le catene di approvvigionamento delle singole aziende, ndr) e i benchmark climatici, sarà implementata”, precisa Asmundo. Su questo tema l’Esma ha recentemente avviato una consultazione sui requisiti di sostenibilità della Mifid 2; l’obiettivo era raccogliere feedback dal settore che aiutassero a comprendere meglio l’evoluzione del mercato e fornire risposte su come le aziende applicano le nuove norme Mifid sulla sostenibilità.
Guardando infine alle altre novità regolamentari da monitorare o in arrivo, recentemente la Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure sulla finanza sostenibile, che non solo introduce regole chiare per le agenzie di rating specializzate nella raccolta e nell’analisi di dati sulla sostenibilità ma estende anche l’elenco delle attività economiche ecosostenibili ai sensi della Tassonomia Ue. “La tanto attesa proposta di regolamento sui rating Esg sarà sicuramente interessante da monitorare”, conclude Asmundo. “Inoltre, è iniziato il trilogo tra le istituzioni europee per l’approvazione della Csddd che segna un vero punto di svolta per le imprese. In vista delle elezioni europee di giugno auspichiamo che continui l’impegno della Commissione sul tema della finanza per la transizione”.
(Articolo tratto dal magazine We Wealth di settembre 2023)