In Italia, gli edifici residenziali in classe energetica F e G, quindi quelli più energivori, sono 9-11 milioni, pari al 75% dello stock complessivo
Rigenerare consente un minore consumo di suolo e una riduzione della carbon footprint degli edifici, che vengono dotati di nuovi comfort con costi di gestione inferiori
Dalle analisi di Tecnocasa risulta che a parità di metratura, di location e di tipologia immobiliare, per una soluzione media, un immobile nuovo in classe A1 costa mediamente tra il 25 e il 30% in più di uno usato in classe G
“Rigenerare consente anzitutto un minore consumo di suolo e una riduzione della carbon footprint degli edifici, che vengono dotati di nuovi comfort con costi di gestione inferiori. La dicotomia tra comfort e risparmio energetico si sta infatti assottigliando sempre più, convergendo verso un unico punto di consumo vicino allo zero”, risponde Stefano Rusconi, consigliere delegato di Impresa Rusconi.
In generale, oggi, il cliente è sempre più informato e selettivo quando si affaccia all’acquisto di immobili. Anche in ottica green. Tra immobili nuovi e immobili usati c’è però una notevole differenza di prezzo. “Dalle analisi del nostro ufficio studi risulta che a parità di metratura, di location e di tipologia immobiliare, per una soluzione media, un immobile nuovo in classe A1 costa mediamente tra il 25 e il 30% in più di uno usato in classe G”, illustra Fabiana Megliola, responsabile ufficio studi Gruppo Tecnocasa, che poi fornisce delle indicazioni sulle tendenze di acquisto degli italiani. “C’è un maggiore interesse per il nuovo, ancora di più dopo il lockdown. Le famiglie, forzate in casa spesso in smart working e con i figli in Dad, hanno avuto modo di apprezzare ancora di più l’importanza del risparmio energetico e della costruzione di immobili con criteri di efficienza energetica elevata”, precisa Megliola, aggiungendo che “sta emergendo una maggiore consapevolezza del valore del nuovo e del dover pagare qualcosa in più per acquistarlo”.
In generale, è cambiato il modo di progettare e di realizzare; inoltre, grande attenzione va al tema della sostenibilità economica. “Il tema della sostenibilità, anche per il mercato delle costruzioni, è oramai un paradigma dell’attività di tutti gli attori del processo edilizio: da chi progetta a chi gestisce – illustra Massimo Roj, ad di Progetto Cmr – Le aziende che realizzano prodotti, soluzioni tecniche e tecnologiche lavorano all’ottimizzazione costante delle loro proposte per un sempre minore impatto ambientale. Possiamo anche affermare che le competenze diffuse, anche nel settore delle imprese, consentono di costruire con una buona qualità e con elevate performance energetiche, per molti temi dell’architettura: dalle case agli uffici, dalle scuole al retail, dalla logistica all’hotellerie”.
Le soluzioni disponibili sul mercato permettono quindi di rispondere alle richieste dello stesso, anche in termini di sostenibilità del costo di produzione/costruzione. “In questo periodo post pandemico la variabile costi è però fortemente dipendente dalla scarsa disponibilità dei materiali. Questo problema rende complessa la pianificazione dei lavori e poco gestibile la fluttuazione dei prezzi”, aggiunge Roj, che poi prosegue indicando che se si fa riferimento al mercato residenziale, le amministrazioni – dal governo centrale ai comuni – stanno mettendo in campo ampie azioni per contenere i costi delle abitazioni di edilizia residenziale pubblica e sociale, per rispondere alla crisi degli alloggi e a una domanda crescente. Sul tema della sostenibilità economica si è pronunciato anche Rusconi, che concluso dicendo: “La sostenibilità economica è data dalla possibilità per il pianificatore urbano di acquisire aree a prezzi accessibili, oggi regolati da normative ad hoc e standard ambientali ben precisi”.