Stando a un’analisi Ipsos, il 71% dei cittadini a livello globale concorda sul fatto che la crisi climatica sarà tanto pericolosa quanto quella pandemica e il 68% ritiene che il governo fallirebbe se non affrontasse immediatamente la questione
Con la pandemia, sebbene il consumo di energia rinnovabile abbia tenuto, la potenza installata di nuovi impianti di fotovoltaico, eolico e idroelettrico si è contratta di circa il 40% rispetto al 2019
Edo Ronchi della Fondazione per lo sviluppo sostenibile: “Gli impatti delle attività umane sulla natura hanno raggiunto livelli allarmanti, dobbiamo imparare a progredire entro i limiti della sostenibilità ecologica, aumentando la precauzione verso la natura”
Ma, come anticipato, la crisi pandemica ha generato un rallentamento degli investimenti green e, sebbene il consumo di energia rinnovabile abbia tenuto, la potenza installata di nuovi impianti di fotovoltaico, eolico e idroelettrico si è contratta di circa il 40% rispetto al 2019. In calo risultano anche il trasporto pubblico e la sharing mobility, così come gli interventi di rigenerazione urbana e le produzioni agroalimentari di qualità, che hanno dovuto far fronte alla flessione dei mercati esteri, del turismo e della ristorazione. “Gli impatti delle attività umane sulla natura hanno raggiunto livelli allarmanti – dichiara Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – dobbiamo imparare a progredire entro i limiti della sostenibilità ecologica, aumentando la precauzione verso la natura”. Secondo Ronchi, il rilancio della green economy, in questo contesto, è dunque necessario alla ripartenza del Paese, “un’occasione storica per riqualificare lo sviluppo dell’Italia valorizzando le sue potenzialità”, ma anche “un terreno fertile” per l’innovazione, la digitalizzazione, la crescita degli investimenti e dell’occupazione.
Il pacchetto di proposte green
Stando agli esperti, in particolare, bisognerebbe indirizzare i finanziamenti europei verso processi di innovazione tecnologica per la produzione di idrogeno verde, per la decarbonizzazione e per il potenziamento, la produzione, la distribuzione, lo stoccaggio e l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia. Di conseguenza, spiegano, l’ecobonus 110% dovrebbe essere esteso fino al 2024, bisognerebbe “applicare criteri climatici stringenti per indirizzare gli investimenti” e dispiegare una “graduale carbon tax” per quei settori che non sono coperti dal meccanismo europeo dell’Ets (il sistema di scambio di quote di emissione, ndr).
Inoltre, nell’ambito del Piano transizione 4.0, bisognerebbe prorogare le misure di sostegno agli investimenti delle imprese per un quinquennio e finanziare un programma di rigenerazione urbana a livello nazionale. Per non dimenticare poi un incremento degli investimenti a favore del trasporto pubblico, della sharing mobility e delle piste ciclabili, estendendo tra l’altro gli incentivi all’elettrificazione con l’obiettivo di portare al 25% la quota di consumi di energia prodotta da fonti rinnovabili nel settore entro il 2030. Sul piatto, infine, anche una proposta di incentivi fiscali volti all’applicazione di modelli di business circolari nei settori della trasformazione alimentare.