Secondo il report condotto dalla società di ricerca Aite-Novarica Group, “New Realities In Wealth Management”, le wirehouse proseguiranno il trend di declino avviato negli ultimi anni, e vedranno contrarsi la loro quota di mercato dal 25% attuale al 24,2% nel 2022, per scendere ulteriormente al 21,9% nel 2025
Nei prossimi anni non saranno le concorrenti di medie dimensioni ad approfittare del declino delle wirehouse: piuttosto, a guadagnare clienti saranno i broker online a basso costo
La tendenza assume prospettiva ancora più interessante, se si considera che queste grandi società di intermediazione nel 2010 controllavano un terzo del mercato. Secondo il rapporto non saranno le concorrenti di medie dimensioni ad approfittare del declino delle wirehouse: piuttosto, a guadagnare clienti saranno i broker online a basso costo. Questi ultimi, secondo Aite-Novarica, andranno ad aumentare la quota di mercato dal 23,5% al 26,8%.
A fronte di una quota di mercato in calo, infatti, gli asset dei clienti gestiti dalle wirehouse è cresciuto per il secondo anno consecutivo nel 2020 a 9.600 miliardi di dollari. Tutte e quattro le big hanno osservato incrementi a doppia cifra: Morgan Stanley (+17%, 3.200 miliardi), Merrill Lynch (+13% 2.900 miliardi), Wells Fargo (+22% 2.000 miliardi) e Ubs (+12% a 1.600 miliardi).
In effetti, gli asset gestiti dal wealth management statunitense sono cresciuti con un tasso composto del 9% annuo fra il 2010 e il 2020 – parte di questa crescita è stata intercettata dalle wirehouse, ma in misura evidentemente inferiore rispetto alle concorrenti. Nel 2010 erano 15.700 i miliardi dollari gestiti dai wealth manager negli Usa, contro i 37.300 miliardi del 2020 (si veda il grafico in alto).
I clienti più “grossi”, in rapporto ai consulenti, li gestisce Ubs con asset medi da 249 milioni di dollari, contro i 198 milioni di Morgan Stanley, i 167 milioni di Merrill Lynch e il 148 milioni di Wells Fargo.
A parte, Morgan Stanley i cui consulenti sono aumentati del 3% (532) a circa 16.000 dal 2019 al 2020, il conteggio è sceso per Merrill Lynch dell’1% a 17.331, del 6% per Wells Fargo a 13.513 e del 4% per Ubs a 6.305. “Mentre la partenza dei consulenti dalle wirehouse è principalmente guidata dalla maggiore accessibilità dell’indipendenza, un numero significativo di partenze di consulenti è stato dovuto alle stesse wirehouse che potano i loro consulenti meno produttivi”.