Il 31% della ricchezza investibile delle famiglie fa capo a un ultra 65; il 40% alla fascia 45-64 anni. Gli under 54 sono i più preoccupati per il futuro. Ma le conversazioni su questi temi con i consulenti sono ancora poco frequenti. Solo due volte su 10 si tratta di temi familiari; una volta su 10 di pianificazione del patrimonio. I dati sono di Aipb, le riflessioni del suo segretario generale Antonella Massari
La consulenza patrimoniale può essere lo strumento vincente per affrontare i temi dell’invecchiamento della popolazione e dell’allungamento delle prospettive di vita. Una indubbia opportunità per l’industria del wealth management. Ne ha parlato il segretario generale Aipb Antonella Massari nella tavola rotonda “Prepararsi per una longevità che si dilata” nell’ambito del
secondo forum sul wealth management della longevity.
Una consulenza patrimoniale efficace deve tenere conto dei nuovi assetti sociali e familiari. Comporta una conoscenza intima del cliente e delle sue esigenze. Caratteristica che è appannaggio dei consulenti finanziari di lungo corso (15 anni) e frequenza (contatto mensile). La semplice gestione del portafoglio sta diventando una commodity, e in quanto tale non basta più. Gli operatori del wealth management ne sono consapevoli: il patrimonio diventa mezzo per gestire preventivamente i problemi di ordine pratico legati all’età avanzata. Il tema della longevità pone sfide per la messa a punto di piani di investimento con un minor grado di liquidità, ma con rendimenti più elevati. Un approccio che libererebbe l’investitore dall’ansia generata dalle fluttuazioni dei mercati finanziari, sottolinea Antonella Massari. Il consulente dovrebbe proporre il giusto mix tra soluzioni – finanziarie e non – che il settore ha a disposizione.
Le famiglie italiane detengono 3.450 miliardi di euro di ricchezza finanziaria investibile. Di questa, il 31% (1.080 miliardi di euro), fa capo a famiglie il cui decisore ha più di 65 anni, cioè a una persona che si comincia a considerare “longeva”. La generazione tra i 45 e i 65 anni detiene invece 1.400 miliardi di euro (40% del totale).
Dalle recenti ricerche di Aipb sulle famiglie benestanti emerge che le generazioni più giovani condividono con gli over 65 la preoccupazione per la trasmissione del patrimonio, ma non quelle per il futuro. Gli ultra 65 tendono a sentirsi tutelati dai due pilastri famiglia e welfare attuale. Nella prospettiva della longevità, il 46% del campione sotto i 54 anni dichiara che la maggiore preoccupazione è la tutela delle fonti di reddito. Percentuale che aumenta al 50% per gli under 44. Condivisi sotto i 54 anni i timori per la salute, una priorità per il 43%. Infine, per un terzo del campione circa, la costruzione di un futuro solido costituisce un problema da affrontare subito.
Per questo motivo, oggi appare troppo poco il tempo dedicato negli incontri periodici tra il cliente e il consulente ad argomenti che riguardano le prospettive della famiglia (solo due volte su 10) e la pianificazione complessiva della ricchezza (una volta su 10). Perché il consulente possa ampliare questo ambito, dovrà compiere uno sforzo non indifferente. Il private banking sarà chiamato a far acquisire consapevolezza sulla longevità al cliente e alla sua famiglia.
La consulenza patrimoniale può essere lo strumento vincente per affrontare i temi dell’invecchiamento della popolazione e dell’allungamento delle prospettive di vita. Una indubbia opportunità per l’industria del wealth management. Ne ha parlato il segretario generale Aipb Antonella Massari nella tav…
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