I pagamenti dovuti per cartelle consegnate entro il 2015, saranno annullati in automatico senza la necessità di farne richiesta
Per comprendere se la cartella è “rottamabile”, è bene guardare non alla data di notifica della cartella di pagamento ma alla data di consegna del ruolo
Sono numerose le misure favorevoli ai contribuenti contenute nella legge di bilancio 2023, che entrerà in vigore il 1 gennaio.
Riconosciuto al contribuente lo stralcio dei ruoli e la definizione agevolata
Tra le misure pensate per facilitare la pace tra fisco e contribuenti occorre segnalare:
- la definizione agevolata dei debiti risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1 gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Tali carichi potranno essere saldati tramite il versamento delle somme dovute senza il pagamento di sanzioni e interessi.
In questo caso occorrerà procedere al pagamento entro il prossimo 30 luglio 2023, mediante un unico versamento o la rateizzazione dei pagamenti, per un massimo di 18 rate.
- L’annullamento dei debiti al 1 gennaio 2023 di importo residuo fino a 1000 euro risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.
- Definizione agevolata delle somme dovute a seguito delle risultanze dei controlli automatizzati dell’Agenzia, ove il pagamento delle stesse non sia scaduto al 1 gennaio o, ancora, ove queste siano state recapitate con ritardo.
In questo caso la definizione riguarda il pagamento delle imposte e dei contributi previdenziali (nonché somme e interessi e sanzioni al 3%).
Regolarizzazione delle violazioni
Come dichiarato dal vice ministro Leo, in audizione sulle linee programmatiche del dicastero, la Legge di Bilancio appena approvata preconizza una serie di manovre e cambiamenti che porteranno ad una riforma del sistema fiscale italiano, che dovrà essere più equo e giusto.
In questi termini, non stupisce che nella nuova Legge di Bilancio si scorga una diverso approccio alla sanzione: che da un profilo di mera afflittività vira verso un orizzonte di premialità. Almeno nelle intenzioni.
Questo, come dichiarato da Leo, si scorgerebbe anche dal fatto che il percorso che ha scandito la legge di Bilancio è stato caratterizzato dal riferimento al concetto di “tregua fiscale”. Concetto questo che non implicherebbe una sorta di condono ma, invece, un tentativo di favorire i pagamenti mediante una riduzione delle sanzioni e l’allungamento dello spettro temporale.
Lungo questa linea di pensiero si pone anche l’intenzione di seguire la via amministrativa: gli omessi versamenti sottolinea il vice ministro devono essere interpretati alla stregua di una violazione da sanzionare sul versante amministrativo non su quello penale.
In buona sostanza, l’intento è quello di costruire un nuovo rapporto con i contribuenti. Da un lato, per quanto riguarda in particolare le persone fisiche, ridurre al minimo l’esposizione a responsabilità penale nel caso di omissioni relative a versamenti e dichiarazioni infedeli; dall’altro, favorire il rapporto collaborativo e la comunicazione tra fisco e imprese di medie e piccole dimensioni, attraverso il rafforzamento e la promozione di strumenti come la cooperative compliance.