Una manovra economica prudente, che però vedrà aumentare il deficit rispetto a quanto previsto dal tendenziale a politiche invariate predisposto dal governo Draghi. Il disavanzo dovrebbe aumentare dal 3,4 al 4,5%, un divario allargato che contribuirà a finanziare alcune misure di “bandiera” e, soprattutto, tamponare i costi energetici a carico di imprese e famiglie.
Stando alle fonti trapelate prima del Cdm riunitosi attorno alla revisione della Nota di aggiornamento al Def (Nadef), nel tardo pomeriggio di venerdì, saranno almeno 15 miliardi di euro gli aiuti previsti per combattere gli effetti del caro energia, nonostante il recente abbassamento dei prezzi del gas. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è stato molto parco nelle anticipazioni sui contenuti di quella che potrebbe essere la prossima Legge di Bilancio, anche se starebbe già lavorando per mantenere un’impostazione prudente.
Su questo i mercati sembrano mostrare fiducia, considerando che lo spread Btp-bund, termometro di massima sulla credibilità della finanza pubblica italiana, è sceso ben al di sotto dei livelli pre-elettorali a 216 punti base (dato aggiornato a venerdì sera) contro i 232 del 23 settembre.
Le promesse identitarie: Flat tax incrementale e Quota 41
Decisamente rumorose, invece, le promesse lanciate dal vicepremier, Matteo Salvini: “Nella legge di Bilancio ci sarà quota 41, così come ci saranno la flat tax e lo stralcio e la rateizzazione di milioni di cartelle esattoriali”, ha detto Salvini il 3 novembre, durante una trasmissione su Rete4.
Secondo il programma annunciato alle Camere da Giorgia Meloni, la flat tax al 15% verrà estesa per le partite Iva da un limite di 65mila a 100mila euro di fatturato. E sempre alle partite Iva si riferisce l’introduzione della flat tax incrementale che avevamo già descritto nel suo possibile funzionamento, programma di FdI alla mano. Per il momento, non si è parlato di un’estensione per le famiglie.
Meno categorico rispetto a quello di Salvini il supporto a Quota 41 arrivato dalla ministra del Lavoro, Marina Calderone: “Può essere un punto di riferimento”, ha dichiarato il 4 novembre al termine di un incontro con i sindacati, “ma è ancora presto per poter dire in che modo e con quali condizionalità… è ancora una fase in cui stiamo studiando gli strumenti”.
Dove trovare le risorse: Superbonus più avaro
Fra le voci che potrebbero essere tagliate per recuperare risorse ci sono l’annunciato ridimensionamento del Reddito di cittadinanza (può far risparmiare circa 1 miliardo), i Fondi di coesione europei non spesi che potrebbero essere reinderizzati contro il caro-energia (valgono fino a 5 miliardi) e una revisione restrittiva del Superbonus.
Su quest’ultimo punto è stato di nuovo Salvini a fornire le maggiori anticipazioni, affermando che il bonus offerto dallo Stato per finanziare l’ammodernamento energetico degli edifici resterà “al 110% solo per le famiglie che guadagnano di meno… Se uno si guadagna 500 mila euro o un milione di euro all’anno, la facciata di casa sua o il salotto di casa sua, se lo si può sistemare anche pagandoselo di tasca sua”, ha aggiunto il vicepremier, “visto che non c’è tutto per tutti, aiutare chi guadagna di meno sarà una nostra priorità”.
Secondo indiscrezioni pubblicate dal Sole 24 Ore, il Superbonus cui possono avere accesso a tutti gli abitanti di condominio andrebbe a scendere dal 110% al 90%, lasciando così parte degli oneri a carico di chi commissiona i lavori. Inoltre, il governo starebbe studiando un Superbonus aperto anche alle abitazioni unifamiliari a patto che sia una prima casa e che il nucleo che l’abita non oltrepassi una certa soglia di reddito “calcolata in base al quoziente famigliare”. Secondo fonti raggiunte dall’Ansa si potrebbe partire da 15mila euro di reddito, che andrebbero ad aumentare in base numero dei figli a carico.