Flussi netti negli Etf europei per trimestre (in miliardi di euro)
Gli Etf più popolari
Tra i protagonisti assoluti dell’ultimo anno ci sono gli Etf sostenibili e i tematici. I primi hanno chiuso il 2020 con asset pari a 90,4 miliardi, in crescita del 137% rispetto al 2019. La loro quota sul totale gestito dagli strumenti passivi è passata in dodici mesi dal 4,2% all’8,6%. Il quarto trimestre è stato particolarmente significativo, dal momento che i replicanti sostenibili hanno attratto circa la metà dei flussi totali (20,8 su 44,4 miliardi).
Flussi netti e patrimonio in gestione degli Etf sostenibili (in miliardi di dollari)
Gli azionari riprendono il timone
Tra le principali attività finanziarie, gli Etf azionari sono stati i preferiti, con una raccolta netta di 53,3 miliardi, che ha portato il patrimonio a fine 2020 a 637,5 miliardi, in crescita del 12,2% rispetto al 2019. Le strategie indicizzate obbligazionarie, che avevano catturato di più l’interesse degli investitori l’anno precedente, si sono collocate dietro l’equity con flussi netti per 36,9 miliardi. Gli asset sono saliti del 14,9% a 268 miliardi.
Il 2020 è stato avaro di risultati per gli Etf strategic beta, comunemente conosciuti come smart beta. Il patrimonio è rimasto praticamente invariato rispetto al 2019 e la raccolta è stata positiva solo nell’ultimo trimestre dell’anno. Nel complesso rappresentano il 7% degli asset totali dei replicanti europei.
Come leggere i dati
Innanzitutto, il trend favorevole per gli investimenti sostenibili non è una novità degli ultimi mesi, ma il covid-19, insieme ai cambiamenti normativi in Europa e all’elezione di Joe Biden a presidente degli Stati Uniti, ha accresciuto l’interesse verso le tematiche ambientali, sociali e di governance.
In secondo luogo, il successo dei tematici non deve far perdere di vista i rischi. Possiamo ottenere molto se scegliamo il giusto fondo nel momento appropriato, ma le ricerche Morningstar condotte in passato mostrano che serve cautela, perché molti strumenti di questo tipo hanno avuto difficoltà a sopravvivere e battere i mercati azionari globali nel lungo periodo.
In terzo luogo, gli Etf azionari continuano a detenere la più larga fetta del patrimonio gestito in modo passivo (64%). Seguono gli obbligazionari (25%), che però hanno tassi di crescita maggiori. Nell’ultimo trimestre dell’anno, gli investitori hanno mostrato una chiara preferenza per l’equity, sulla scia delle buone notizie sull’approvazione dei vaccini, il che indica, comunque, che l’evoluzione della pandemia continuerà ad influenzare la propensione o avversione al rischio degli operatori e risparmiatori.
Infine, nel reddito fisso gli investitori hanno guardato fuori dai paesi sviluppati, in particolare alle emissioni cinesi in yuan e a quelle dei mercati emergenti. Inoltre, a fine anno hanno cominciato ad assumere posizioni sugli Etf che danno una protezione dall’inflazione, segno che c’è una riconsiderazione del tema per anni finito in secondo piano.