Il Cda, alla luce dei migliori profitti conseguiti ha deciso di proporre all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo lordo da 0,75 euro, superiore del 14% rispetto a quello del precedente esercizio
La reazione di Borsa è stata in linea con quella del Ftse Mib, dunque positiva, con un rialzo superiore al 2% per il titolo di Piazzetta Cuccia (intorno alle ore 15).
Mediobanca ha chiuso l’esercizio 2021-22 al 30 giugno con ricavi in aumento dell’8% a 2,85 miliardi, un utile in crescita del 12% a 907 milioni, cui è corrisposto un Eps di 1,05 euro (+15%). Il Cda, alla luce dei migliori profitti conseguiti ha deciso di proporre all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo lordo da 0,75 euro, superiore del 14% rispetto a quello del precedente esercizio, con un pay-out ratio invariato al 70%. Fra i fattori favorevoli all’incremento degli utili figura anche il margine di interesse aumentato del del 5% nel periodo, mentre le commissioni sono cresciute del 14%. Il Rote, una misura di redditività si è mantenuto sostanzialmente stabile al 10% (su di un punto base) – superiore alla media delle banche europee, al 7%.
La reazione di Borsa è stata in linea con quella del Ftse Mib, dunque positiva, con un rialzo superiore al 2% per il titolo di Piazzetta Cuccia (intorno alle ore 15).
Per Mediobanca si è trattato di un “quarto trimestre molto solido e superiore alle aspettative. E questo incornicia un esercizio” in cui “abbiamo raggiunto obiettivi in certe situazioni superiori al nostro piano”, ha dichiatato l’ad, Alberto Nagel, in apertura della conference call.
L’andamento dei vari rami del business di Mediobanca
Per il ramo wealth management l’esercizio è stato particolarmente positivo, con un incremento dei ricavi del 16% a 727 milioni e dell’utile del 34% a 134 milioni, con una raccolta di 9 miliardi. Record per l’utile prodotto dal credito al consumo, poi, a 370 milioni di euro (+32%), mentre si è contratto il ramo corporate investment banking in termini di utile (225 milioni, -21%), nonostante i ricavi in aumento (708 milioni, 10 in più rispetto al ’20-’21).
L’ Insurance-Principal Investing di Mediobanca, poi ha chiuso l’esercizio con un utile di 319,7 milioni (+3,6%) per il quale Assicurazioni Generali ha pesato 356,6 milioni – controbilanciati dalle rettifiche di valore sui fondi di investimento (-32,4 milioni) dovute all’andamento negativo dei mercati nella prima metà del 2022.
“L’efficienza del modello di business, il posizionamento distintivo e la diversificazione delle attività… hanno permesso a Mediobanca di sovraperformare significativamente il comparto delle banche italiane ed europee, nonostante le difficoltà legate prima alla pandemia e, oggi, al conflitto Russia/Ucraina”, si legge nella nota diramata da Piazzetta Cuccia.
Il costo del rischio è rimasto invariato a 48 punti base, mentre il rapporto fra i crediti deteriorati lordi e il totale dei prestiti è sceso dal 3,2 al 2,5%. Il coefficiente di solidità patrimoniale Cet 1 fully loaded è pari al 14,5%.
Ineludibile, durante la conferenza di Nagel, una domanda anche su un eventuale incontro con i nuovi vertici della holding Delfin, azionista di maggioranza relativa con il 19,4%, in seguito alla scomparsa di Leonardo Del Vecchio: “Noi nella nostra attività incontriamo il maggior numero di soggetti che sono nostri azionisti o hanno piacere di incontrarci, quindi lo facciamo continuativamente, non dipendendo questo da eventi che riguardano l’azionista o Mediobanca”.