Le assunzioni di private banker e promotori continueranno anche nei prossimi mesi e saranno rese più facili, ha anticipato l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel
Le masse totali hanno raggiunto quota 85 miliardi, in aumento del 5%, di cui 57 miliardi di asset gestiti o amministrati, con effetto neutrale del mercato nei nove mesi. Deflussi, però, sul fronte dei depositi, per 1,4 miliardi
Mediobanca ha riportato un utile in crescita del 10% nei nove mesi dell’esercizio (giugno’22 – marzo ’23) a 791 milioni, con un Eps su del 12% a 0,93 euro, complice la cancellazione di azioni proprie avvenuta lo scorso settembre. I ricavi si sono attestati a 2.420 milioni (+13%) con un contribuito positivo di tutte le divisioni: a partire dal wealth management, i cui ricavi sono stati 614 milioni nei nove mesi (+13%) e gli utili relativi 129 milioni (+22%) “con significativa ripresa delle assunzioni di promotori e banker”. Assunzioni che, ha promesso l’ad Alberto Nagel in conference call, “continueranno anche in futuro”.
Le masse totali hanno raggiunto quota 85 miliardi, in aumento del 5%, di cui 57 miliardi di asset gestiti o amministrati, con effetto neutrale del mercato nei nove mesi. La raccolta netta è stata pari a 4,4 miliardi. Nel periodo Mediobanca ha sperimentato un deflusso di 1,4 miliardi sui depositi, di cui 0,9 miliardi sono confluiti in prodotti gestiti o amministrati dalla stessa banca.
Nel solo terzo trimestre, invece, i risultati mostrano un utile in salita del 22% a 456 milioni, ricavi in crescita del 10% a 760 milioni. Il solo wealth management ha registrato sul trimestre un incremento del 23% negli utili.
Il margine d’interesse si è attestato a 1.299 milioni nei nove mesi, in aumento del 12% rispetto allo stesso periodo di un anno prima, con un ulteriore progresso dell’8% rispetto al precedente trimestre. Le commissioni nette sono in aumento del 2% nei nove mesi, ma in calo nell’ultimo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2022 (202 milioni contro 185).
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La redditività rappresentata dal Rote rettificato è in crescita dal 10,2 al 13,4%, mentre la solidità patrimoniale Cet1 si è ulteriormente rafforzata di 30 punti base sul precedente trimestre al 15,4% (contro un requisito minimo del 7,95%). Il costo del credito è sceso a 53 punti base nei nove mesi, rispetto ai 59 punti base del primo semestre e stabile rispetto all’anno precedente. Gli overlays restano pressoché invariati a 285 milioni, superando di 1,2 volte rettifiche dell’esercizio 2022.
Piazza Affari non convinta dai conti, titolo perde quota
La reazione del mercato è stata negativa a Piazza Affari, con un peggioramento del rosso in corso di seduta, e una chiusura a -2,75% e 9,69 euro. L’incremento è meno roboante degli utili e del margine d’interesse rispetto alle banche commerciali più focalizzate sull’attività di credito potrebbe aver contribuito alla reazione degli investitori.
“Nei nove mesi il gruppo ha saputo mantenere il livello più alto mai raggiunto di ricavi (2.420 milioni), di utile (790 milioni) e di redditività (Rote del 13% sui livelli massimi delle banche europee), ottimizzando la gestione degli attivi e passivi e beneficiando del forte posizionamento in business artefici di una crescita di lungo periodo”, ha comunicato l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, “la diversificazione del portafoglio di business ha favorito la crescita di tutti gli indicatori e ha confermato la nostra capacità di generare valore in diversi scenari di mercato preservando una prudente assunzione del rischio e una forte generazione e dotazione di capitale”.