Calderon disegna infatti orologi animati in formato 3D e poi li converte in file jpg o gif, certificandone l’unicità tramite non fungible token e caricandoli nel suo store aperto sul marketplace nft OpenSea. Qui, gli appassionati – pur di esibire il loro acquisto sui social o in un videogioco di quarta generazione – arrivano a spendere quanto sborserebbero per un Rolex Daytona o Submariner nella vita reale. L’idea imprenditoriale di Calderon arriva da una semplice constatazione: “Scrollando Twitter, mi ero reso conto che tutti i crypto entusiasti amano gli orologi da collezione. Come me, designer 3D e crypto entusiasta. E che mancava al mercato un prodotto che unisse tutte queste caratteristiche”, racconta lo stesso imprenditore a Hodinkee.
Nft e orologi fisici condividono un’unica, importante caratteristica: sono entrambi asset da collezione. In quanto tali si nutrono di rarità. E gli nft permettono di creare scarsità digitale. Il primo lotto produttivo di Generative Watches prevedeva 100 orologi in edizioni differenti per colore, quadrante, “materiale” (ceramica, oro, bronzo, acciaio, vetro). All’epoca, l’intero stock costava 1 ethereum (3000 dollari), ovvero ciascun segnatempo poteva essere acquistato per 300 dollari. Il prezzo del “Daitona” fu invece fissato subito a 0,2 ETH, dato che nella vita reale averne uno comporta liste d’attesa di qualche anno (“cerco di replicare nel marketplace la scarsità esistente nella realtà). Ma cos’è un orologio generativo? È un orologio creato da un algoritmo, che permette di non porre limiti alla fantasia.
Così, alcuni pezzi potranno essere translucidi, trasparenti; altri spazzolati o lucidati come se fossero di metallo. In una gamma infinita di colori e tonalità. Una volta messo a punto l’algoritmo (dal crypto-entusiasta elaborato su Google Sheets…), la creazione del cronografo non è casuale. O almeno, non del tutto: Calderon si sincera che colori e materiali siano ben assortiti. Sua è anche la scelta del “braccio” che indosserà l’orologio virtuale nel file nft: può trattarsi di un braccio umano di qualsivoglia pigmentazione, ma anche di un arto alieno, o di scimmia. L’irrinunciabile elemento di casualità aggiunge tuttavia al prodotto il valore della sorpresa.
Nel caso di Generative Watches i modelli si rifanno smaccatamente a quelli più in voga nel mondo del collezionismo (e anche del mainstream, se di questo si può parlare). Lo startupper ha puntato principalmente su icone luxury-pop come i Rolex Submariner e Daytona, ma anche Speedmaster e Day-Date, creando modelli dai nomi evocativi (e quasi parodistici): Rødex Daitona, Rødex Bitmariner.
Esiste anche un Punkmariner, in omaggio agli nft CryptoPunks, protagonisti delle aste di arte digitale nel 2021 (17 milioni di dollari da Christie’s). La scelta è stata dettata da una esigenza squisitamente commerciale, per avere la maggior visibilità possibile e aumentare la liquidità del mercato. Infatti i collezionisti di orologi generativi sono tutti appassionati di cronografi nella vita reale (IRL, in real life). Il costo di produzione di un orologio generativo si deve soprattutto al tempo necessario per realizzarne un rendering, ovvero la simulazione di come in prospettiva il materiale interagisce con la luce e le ombreggiature. L’immagine finale del file consta di 200 frame, la cui realizzazione richiede molte ore, anche sei. A proposito di ore, anche un orologio nft segna quella esatta: a patto che si sia nel metaverso.