Interessanti le vicende sul mercato valutario dove l’euro cede terreno nei confronti delle altre valute principali (-4,9% contro sterlina, -4,2% contro dollaro…) ad eccezione dello yen, verso il quale si rafforza del 2,8%.
Gli indici rappresentativi del risparmio gestito disegnano un quadro coerente.
Tra i comparti con specializzazioni geografiche spiaccano quelli su Taiwan (+17%) ma anche gli Usa avanzano speditamente, soprattutto se value. È però visibile una certa disomogeneità che rende poco significativa l’analisi per macro-aree. Ciò è particolarmente evidente nel caso dell’Asia: mentre le piazze minori producono ottimi ritorni, la Cina rallenta il passo e chiude il trimestre attorno alla parità. In Europa si distingue la Norvegia, con fondi che avanzano mediamente del 16%. Bene anche l’Austria, soprattutto per la persistenza dei risultati. Brasile e Turchia chiudono invece la classifica, e rappresentano le uniche asset class in negativo. È interessante osservare, almeno per quanto riguarda i mercati sviluppati, come il focus sulle large cap e società value generi maggior alpha.
Tra i comparti obbligazionari i convertibili Asia Pacifico regalano le migliori soddisfazioni, con ritorni superiori al 9%, ma sono accompagnate anche dai maggiori draw down. A correre sono principalmente i bond Usa, high yield e con bassa duration, e questa è in parte anche inevitabile conseguenza delle dinamiche in atto sul mercato valutario. Sul trimestre non mancano i ritracciamenti: tra le peggiori asset class sono da menzionare i governativi europei con duration superiore ai dieci anni.
In questo primo quarto di anno i mercati si confermano tonici, soprattutto con riferimento all’azionario, i cui allunghi dovrebbero essere più che sufficienti a coprire la probabile contrazione delle componenti più conservative di portafoglio. Se il trend complessivo si conferma quindi in rialzo, si è verificata un’importante inversione di tendenze sul piano settoriale e geografico. Anche l’andamento dell’euro-dollaro è un elemento chiave da seguire con attenzione nella gestione di portafoglio.
Articolo scritto in collaborazione con Monica Zerbinati, financial analyst di Fida