Fabiola Banfi (Valori Am): “La generazione dei millennial sta modificando il modo di gestire il patrimonio anche delle generazioni che l’hanno preceduta”
“Le parole chiave: immediatezza, coinvolgimento, informazioni utili, trasparenza, digital e sostenibile”
Parlando di gestione del patrimonio, i millennial hanno un approccio diverso rispetto alle generazioni precedenti?
Si tratta di una generazione che richiede una consulenza molto più ad ampio raggio, inclusa una pianificazione di lungo periodo. L’utilizzo della tecnologia è spesso una condizione fondamentale per l’apertura e il mantenimento della relazione duratura con un consulente che si occupa anche di consigli sulla pianificazione delle esigenze personali nelle varie fasi della vita lavorativa e pensionistica. Insomma, questa generazione vuole essere consigliata a tutto tondo ed essere maggiormente coinvolta nelle decisioni finanziarie.
Perché per la consulenza patrimoniale conquistare questa fascia demografica diventa sempre più un imperativo? E come approcciarsi a questi clienti?
La generazione dei millennial sta modificando il modo di gestire il patrimonio anche delle generazioni che l’hanno preceduta. Per avvicinarsi a questi nuovi clienti sarà sempre più necessario creare un approccio ibrido che contenga sia il lato tecnologico sia il lato umano. La generazione esperta in tecnologia avrà, infatti, bisogno di consigli più sfumati rispetto a quelli di un robo-advisor quando si tratterà di fare le scelte più importanti a livello di investimenti. Molti millennial sono piccoli imprenditori, creatori di start up; le loro esigenze di “gestione integrata degli attivi e dei passivi” nel tempo sono al centro di una vera e propria pianificazione finanziaria.
Dal punto di vista degli investimenti i millennial sono generazione generalmente avversa al rischio, oppure possiamo affermare il contrario?
Si tratta di una generazione più consapevole rispetto al rischio, più abituata agli investimenti azionari rispetto alle generazioni che l’anno preceduta. La consapevolezza che l’investimento azionario può essere anche meno rischioso di quello in alcuni tipi di obbligazioni è superiore rispetto al passato. Del resto, in un mondo in cui i tassi di interesse sono bassi o negativi non potrebbe che essere così. L’approccio è spesso duplice: da un lato investimenti di medio lungo periodo legati a obiettivi personali quali l’acquisto della casa o la pensione, dall’altro investimenti di breve con attenzione a titoli e argomenti legati ai cambiamenti epocali che stiamo vivendo.
Alla luce di queste considerazioni, come costruire un portafoglio a misura di millennial?
Trattandosi di una generazione ancora giovane, con un orizzonte di investimento medio lungo, l’investimento azionario deve essere prevalente nei portafogli (70/80%). Riteniamo che una parte core possa essere investita in Etf/fondi legata ai principali indici azionari (40%). Una parte in fondi/Etf tematici con particolare attenzione alle tematiche legate ai cambiamenti di stili di vita, all’impatto sociale e ambientale degli investimenti e alla sostenibilità; questi investimenti possono essere in parte anche illiquidi. La parte obbligazionaria dovrebbe essere, invece, residuale. Le parole chiave: immediatezza, coinvolgimento, informazioni utili, trasparenza, digital e sostenibile.