I primi cinque player a livello internazionale sono statunitensi, cui fa capo il 59,2% del fatturato aggregato
In Europa Worldline spicca al primo posto per ricavi, accompagnata dalle divisioni europee di Mastercard e Visa
L’approfondimento sul mercato italiano, sul 2020, mostra poi una contrazione del mercato dei pagamenti, che risulta pari a 245,8 miliardi di euro (-8,8% rispetto ai 269,6 miliardi del 2019). La fetta più grande è da attribuire al comparto “traditional retail” che, con 180,5 miliardi di euro, ne rappresenta il 72% del totale (seppur in calo a un tasso medio annuo del -6,7% dal 2018). Sul versante opposto i “digital payments” che hanno conosciuto una crescita nel biennio 2018-2020 del +7,1% annuo, avvicinandosi al valore dei 40 miliardi di euro. Alla fine dello scorso anno, lo stock di moneta elettronica in circolazione nella Penisola si attestava sugli 11,4 miliardi di euro (+28,1% sul 2019) ma resta parallelamente elevata la quota del contante sul transato, che nel 2019 risultava pari al 58% in termini di valore e all’83% in termini di volume, a fronte di una media europea rispettivamente del 48 e del 73%.
Le paytech italiane sono situate principalmente nel nord ovest, patria del 56% delle startup, pmi innovative e altre società significative del settore. Solo a Milano hanno sede infatti ben 21 aziende. Nel 2020 è stato calcolato un giro d’affari complessivo per 240 milioni di euro, in crescita del +25,7% sul 2019 a fronte di un crollo del risultato operativo del -19,8%. In questo panel i comparti delle criptovalute e degli acquisti online hanno mostrato ricavi in più forte progressione (rispettivamente pari al +238,4% e +748,9%) “ma con una redditività ancora abbondantemente negativa”, scrive l’Area Studi Mediobanca. Gli unici due sottoinsiemi in territorio positivo sono le soluzioni di pagamento (risultato netto pari al 14,2% dei ricavi) e i Pos innovativi (3,1%).