Le indiscrezioni sull’accordo Intesa Bper
Nel dettaglio, spiega Intesa Sanpaolo, “il corrispettivo in denaro è stato determinato in un importo pari al minore tra il 55% del patrimonio in termini di common equity tier 1 del ramo e il 78% del multiplo implicito pagato da Intesa Sanpaolo per il patrimonio in termini di common equity tier 1 di Ubi Banca”.
Bper spiega invece che l’accordo “prevede un ampliamento del ramo a 532 filiali a fronte delle 400-500 originariamente indicate”. Questo “sarà composto da depositi e raccolta indiretta da clientela stimati rispettivamente in circa 29 miliardi e 31 miliardi e da crediti netti stimati in circa 26 miliardi”. Oltre il 70% delle masse1 afferenti al ramo sono relative alla clientela delle regioni settentrionali dell’Italia. Sempre Bper fa sapere che la capacità distributiva di Bper permetterà “il pieno utilizzo delle fabbriche prodotto del gruppo”.
L’accordo integrativo prevede che gli impieghi addizionali rispetto a quanto inizialmente ipotizzato, stimati di circa 4,5 miliardi, saranno costituiti solo da impieghi in bonis.
Bper ha confermato che il corrispettivo per le filiali sarà pagato per cassa. Il finanziamento avverrà tramite aumento di capitale in opzione agli azionisti di Bper di massimo 1 miliardo. L’assemblea ha già approvato l’aumento lo scorso 22 aprile.
L’acquisizione degli sportelli favorirà “un ulteriore miglioramento della qualità del credito, con un npe ratio lordo stimato pari all’8,4%. […] Si conferma inoltre “la solidità patrimoniale del gruppo Bper con un cet1 ratio fully loaded consolidato pro-forma stimato pari al 12,5% alla fine del 2020”.
“La natura dell’accordo integrativo” conclude la nota della banca, “conferma il razionale strategico ed industriale dell’operazione, in linea con gli obiettivi di crescita dimensionale e consolidamento del posizionamento competitivo del gruppo Bper, rafforzandone sia la base di clientela che le quote di mercato in regioni di grande rilevanza economica dove attualmente Bper ha una presenza limitata”.