A cinque anni dal conseguimento del titolo di studio, l’intenzione di entrare nell’azienda di famiglia risulta più frequente tra le donne (11%) che tra gli uomini (9%)
Coloro che hanno un family business ma preferiscono fondare una propria realtà sono per il 44% uomini e per il 25% donne
Lorenzo Cervello: “Risulta maggiormente interessato alla successione chi è già coinvolto nell’impresa in termini di proprietà o lavoro”
Meno di uno studente su dieci (9%) ha intenzione di entrare nella propria impresa familiare a cinque anni dalla fine degli studi universitari. Una quota che sale all’11% quando si parla di donne. Gli uomini, nel 44% dei casi, preferiscono dar vita a una propria azienda. Anche se non manca chi, piuttosto, punterebbe su una carriera da dipendente. Sono alcuni dei risultati dell’ultimo rapporto del Family business lab della Liuc – Università Cattaneo e il Center for young and family enterprise (Cyfe) dell’Università degli studi di Bergamo, che ha coinvolto circa 3.300 studenti italiani, il 16% dei quali appartiene a famiglie imprenditoriali.
L’identikit dei potenziali successori
Nell’82% dei casi si tratta di giovani con un’età superiore ai 26 anni, principalmente uomini (53%). Due su tre studiano ingegneria (31%) o economia e management (37%) mentre il resto si divide tra discipline artistiche (11%) e informatiche (4%). Appena il 2% sta frequentando un dottorato di ricerca o corsi executive, il 48% sta frequentando un corso di laurea magistrale e il 60% un corso di laurea triennale. Quanto alle imprese familiari, invece, il 25% ha meno di 20 anni, il 40% tra i 20 e i 40 anni e il 16% più di 50 anni. Il 29% opera nel settore dei servizi, il 16% nel manifatturiero, il 15% nell’edilizia e nell’architettura e il 14% nel commercio. Il 90% delle realtà risulta guidata operativamente dai genitori e il 15% degli studenti coinvolti nell’analisi ne detiene già delle quote.
In questo contesto, appena il 3% degli studenti intende nell’immediato entrare nell’impresa di famiglia e sviluppare poi in maniera differente la propria carriera a cinque anni dal conseguimento del titolo. Il 5%, invece, preferirebbe fare il proprio ingresso in azienda solo tardivamente. “Il dato è per certi versi preoccupante per le prospettive di successione intra-familiare, in quanto solo una minoranza di studenti intende intraprendere il processo di successione nella propria impresa familiare finiti gli studi”, osserva Salvatore Sciascia, co-direttore di Fabula. “Tuttavia, si può ipotizzare che molti studenti, inizialmente ammaliati dalle sirene delle grandi corporation e delle startup, riconsiderino la possibilità di entrare nell’impresa di famiglia solo una volta accumulata una certa esperienza”.
Lo spaccato di genere
Il 92% degli intervistati, infatti, intende fare prima esperienza in aziende diverse da quella familiare. Un dato che, secondo il direttore di Cyfe Tommaso Minola, suggerirebbe come la nuova generazione sia “conscia dell’importanza di conoscere nuove realtà aziendali per entrare con maggiore consapevolezza, competenza e maturità nell’azienda di famiglia”. Tornando allo spaccato di genere, l’intenzione di entrare nell’azienda di famiglia subito dopo gli studi risulta simile tra uomini e donne (7%). Mentre la quota di uomini che intendono fondare una propria impresa risulta superiore a quella delle donne sia tra chi ha un’azienda familiare (19% contro il 7%) sia per chi non ce l’ha (15% contro il 7%). L’idea di iniziare la propria carriera come dipendente risulta poi più diffusa tra le donne, pari al 71% tra chi ha un family business (contro il 64% degli uomini) e al 70% tra chi non ce l’ha (contro il 68%).
Se invece si guarda alle intenzioni di carriera a cinque anni dal conseguimento del titolo, come anticipato in apertura, entrare nell’azienda di famiglia è più frequente tra le donne (11%) che tra gli uomini (9%). Coloro che hanno un’azienda di famiglia ma preferiscono fondare una propria realtà sono per il 44% uomini e per il 25% donne. Mentre il 46% delle donne con un family business punterebbe su una carriera da dipendente (a fronte del 38% degli uomini).
“In generale, più di un terzo degli studenti che hanno alle spalle una famiglia imprenditoriale ha intenzione di avviare una propria azienda”, conferma Valentina Lazzarotti, a sua volta co-direttore di Fabula. “Questa spinta imprenditoriale probabilmente deriva proprio dal contesto familiare: l’imprenditorialità dei genitori si trasferisce ai figli anche in questo modo”, aggiunge. Come ricordato infine da Lorenzo Cervello, ricercatore di Fabula, a essere maggiormente interessati alla successione sono coloro che sono già coinvolti nell’impresa “in termini di proprietà o lavoro, chi studia discipline economico-aziendali e chi appartiene a famiglie che controllano aziende più grandi, più performanti e più giovani”.