Di tanto in tanto accade che salga agli onori della cronaca la vicenda di un qualche sportivo professionista che in modo del tutto inconsapevole ha avuto poca cura e attenzione di quanto guadagnato in campo. Basti pensare al contenzioso riguardante gli eredi di Maradona oppure ai casi di Conte, El Shaarawy ed Evra, il cui patrimonio è finito nelle mani sbagliate.
Al contrario di quanto emergente da tali vicende, per lo sportivo professionista, così come per tutti coloro che dispongono di un patrimonio rilevante, è assolutamente imprescindibile pianificare nel modo migliore per sé e per i propri familiari gli aspetti patrimoniali, finanziari e successori.
Family office e protezione, gestione e trasmissione di grandi patrimoni familiari
Detto in altri termini, quando si dispone di un patrimonio importante, è fondamentale rivolgersi a professionisti qualificati, in grado di comprendere le diverse dinamiche ed esigenze, nonché di coordinare un team di professionisti specializzato nella protezione, gestione e trasmissione di grandi patrimoni familiari.
In particolare, il “family officer” certificato ai sensi della Legge 4/2013, sarà in grado di affiancare i familiari e l’agente sportivo dell’atleta in modo da aiutarlo a prendere decisioni ponderate nella gestione del proprio patrimonio.
Tra gli strumenti di pianificazione patrimoniale a disposizione, solo per citarne due, vi sono il trust e l’intestazione fiduciaria. Si tratta di istituti diversi che presentano ciascuno vantaggi e svantaggi.
Il ruolo del trust nella pianificazione patrimoniale
Ad esempio, il trust potrebbe essere utile agli sportivi (professionisti e non) che hanno esigenze di pianificazione patrimoniale, privacy e passaggio generazionale. Infatti tale istituto consente di realizzare una vera e propria segregazione del patrimonio con caratteristiche di autonomia e riservatezza rispetto alla persona dello sportivo.
L’obiettivo dovrebbe essere quello di creare una struttura professionale di giovane età, che, da un lato, possa comprendere le esigenze dello sportivo e, dall’altro, si adoperi al fine di tutelarlo e garantirgli una oculata pianificazione del patrimonio in ambito familiare.
Il ruolo dell’intestazione fiduciaria di beni nella pianificazione patrimoniale
Con riferimento alla intestazione fiduciaria di beni, occorre rilevare che il negozio fiduciario, utilizzato dalle società fiduciarie nei rapporti con i fiducianti, ricalca lo schema contrattuale del mandato. Ne deriva che i soggetti fiducianti rimangono i proprietari dei beni intestati, mentre le società fiduciarie operano quale soggetto affidatario dei beni, secondo il modello della fiducia germanistica.
La peculiarità del negozio fiduciario è rappresentata dal regime di riservatezza che riesce a garantire al soggetto fiduciante, dal momento che la società fiduciaria agisce in nome proprio ma per conto altrui, e quindi non spende il nome del fiduciante nei rapporti con i soggetti terzi (va precisato che vi sono deroghe al principio di riservatezza in favore di soggetti pubblici che possono chiedere ed ottenere notizie sui fiducianti).
Conclusioni
In definitiva, appare evidente come trust e intestazione fiduciaria rappresentino strumenti giuridici molto diversi tra loro e finalizzati a obiettivi differenti.
Da un lato, l’intestazione fiduciaria di beni consente di gestire bene il “presente” dello sportivo e ha il vantaggio di assicurare la riservatezza che questi possa desiderare; dall’altro lato, il trust rappresenta uno strumento utile allo sportivo che desideri pianificare il proprio “futuro” nel medio-lungo periodo e vi siano dei beneficiari designati.