Le indicazioni ‘di consenso’ degli osservatori sono quelle di attenuare i venti recessivi che soffiano sulla zona euro
Il board di Francoforte potrebbe far arrivare alla cifra tonda di 2000 miliardi di euro, portandone avanti la scadenza fino a fine 2021
Finora la Banca centrale europea ha utilizzato la capienza del pandemic emergency purchase program per 718 miliardi, così suddivisi: «All’Italia 118 miliardi, dopo la Germania (160) e prima della Francia (112)»
Approfondimento (del Pepp) e allungamento (del Tltro): la politica espansiva della Bce
È probabile che Christine Lagarde aumenti il suo programma di acquisto d’emergenza pandemico (Pepp) di 500 miliardi, prosegue il professor Daveri. «O che ne allunghi la scadenza a parità di quantità». Attualmente il Pepp ammonta a 1350 miliardi di euro (i 750 di marzo più i 6o0 di giugno). Secondo Giacomo Alessi, senior fixed income analyst di Marzotto Sim, il board di Francoforte potrebbe farlo arrivare alla cifra tonda di 2000 miliardi di euro, portandone avanti la scadenza fino a fine 2021. «Ulteriori sei mesi con altri 650 miliardi».
Finora la Banca centrale europea ha utilizzato la capienza del pandemic emergency purchase program per 718 miliardi, così suddivisi: «All’Italia 118 miliardi, dopo la Germania (160) e prima della Francia (112). È interessante a tal proposito notare un aspetto. L’Eurotower nei suoi programmi di acquisto deve seguire il criterio delle capital key, ossia delle ‘quote azionarie’ – basate sul pil – dei paesi che la compongono. Il fatto che l’Italia, con un pil inferiore alla Francia, abbia beneficiato di più acquisiti, è indice di una nuova flessibilità da parte dell’Ecb».
Aggiunge l’esperto di Marzotto Sim, «i tassi dei titoli di Stato sono a livelli bassissimi. Non richiederebbero nuovi stimoli, però serve facilitare la ripresa. Dopo i recenti bond del fondo europeo per la disoccupazione, arriverà l’emissione dei titoli del recovery plan».
L’euro fortissimo e le spinte deflazionistiche
Sullo sfondo dell’ultimo meeting 2020, resta il costante apprezzamento dell’euro. Perché il cambio della nostra valuta si sta rafforzando così tanto? Risponde il professor Daveri: «Il fatto è che stanno finendo le frecce nell’arco della Bce. Per quanto si ricalibrino gli obiettivi di inflazione, di fatto l’inflazione latita. Per quanto si adottino nuove forme di espansività delle politiche, nella realtà non si assiste a un ritorno della crescita del livello dei prezzi che rischi di essere eccessiva. Al momento, le previsioni per il 2021 parlano di un’inflazione di circa l’1%». Fin troppo ottimistiche, sottolinea lo studioso: negli ultimi anni, quando si tratta di inflazione, «le previsioni vengono regolarmente disattese».