Circa due anni fa mentre lavoravamo ad un’importante collezione notiamo subito un pendente con smeraldo spiccare per splendore. Oltre alla bellezza della pietra, e le sue dimensioni di circa 75 carati, l’importanza della provenienza colombiana, lo smeraldo aveva un’aurea speciale. Sapevamo di conoscerlo, ma non riuscivamo a collocarlo.
Il cliente aveva saputo dal padre che la provenienza era effettivamente importante, ma le storie non scritte, le tradizioni orali, troppo spesso cambiano alcuni particolari importanti. E quindi era arrivato in questa famiglia come parte della collezione di un importante, non definito, regnante medio-orientale.
Inizia così la nostra ricerca orientata soprattutto verso le collezioni di famosi Shah di Persia. Eppure sentivamo che qualcosa non tornava.
La ricerca continua, incessante, mentre lo smeraldo inizia ad essere esposto assieme ad altri importanti gioielli che componevano l’asta di Magnificent Jewels di Ginevra, nel maggio del 2019. Ed è proprio durante l’esposizione presso i nostri uffici di Londra, che lo storico del gioiello ed esperto di fama mondiale Stefano Papi lo nota, ed esclama: “Ma è Caterina la Grande!”
Ricordo benissimo l’eccitamento generale per la riscoperta, e la ricerca della storia legata alla pietra presso i nostri archivi, grazie all’aiuto indispensabile di Stefano, e del nostro specialista Freddy Scwharz.
Lo smeraldo originariamente era rettangolare, e pesava 107 carati. Resta nella collezione imperiale fino al 1874 quando lo Zar Alessandro II lo dona a Maria Pavlovna, granduchessa Vladimir di Russia per il matrimonio del figlio. (c’è la foto di lei che lo indossa quando ancora rettangolare, attached)
Con lo scoppio della rivoluzione nel 1917 la granduchessa, con l’aiuto del funzionario inglese Albert Stopford, riesce a far uscire gran parte della sua collezione fuori dalla Russia fino in Inghilterra, grazie alle connessioni di quest’ultimo con l’ambasciata del Regno Unito a San Pietroburgo. Lo smeraldo verrà depositato in una cassetta di sicurezza nella banca Londinese Cox&Co.
La granduchessa fu l’ultima dei Romanov a riuscire a scappare dalla Russia nel 1919, passando prima per Venezia, fino a Costantinopoli, ed infine in Francia dove morì nel 1920 a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Alla sua morte divise la sua collezione di gioielli fra i vari figli. Gli zaffiri andarono al granduca Cyril, le perle alla granduchessa Helen, i rubini al granduca Andrei, ed infine gli smeraldi al granduca Boris.