Due le peculiarità di questa asta. La prima è che Christie’s è la prima casa d’aste internazionale ad offrire un’opera completamente digitale con un Non-Fungible Token (NFT) unico a garanzia dell’autenticità dell’opera. Everydays risulta quindi registrata tramite un NTF che contiene la firma dell’artista e che non può in alcun modo essere alterato o sostituito con altri dati. L’arte digitale ha una storia consolidata che risale agli anni ’60. Ma la facilità di duplicazione tradizionalmente rendeva quasi impossibile assegnare la provenienza e il valore all’opera.
La recente introduzione dei token non fungibili e della tecnologia blockchain ha consentito a collezionisti e artisti di verificare il legittimo proprietario e l’autenticità delle opere d’arte digitali. La blockchain, letteralmente “catena di blocchi” è un database condiviso e immutabile, in quanto il suo contenuto una volta scritto non è più modificabile né eliminabile. Negli ultimi anni si è rivolta grande attenzione alla possibilità di adottare la tecnologia blockchain nella compravendita di opere d’arte, soprattutto per la possibile applicazione nella certificazione dei passaggi di proprietà e per dare garanzia sull’autenticità dell’opera. E’ questo lavoro di Beeple è uno degli esempi più rappresentativi in questa direzione.
La risposta dei collezionisti non si è fatta quindi attendere con offerte che, partendo dalla base d’asta di 100 dollari, hanno superato in breve tempo la soglia del milione di dollari. Soglia normalmente riservata agli artisti affermati, già riconosciuti dal mercato internazionale e legittimati dal sistema dell’arte. La somma ora raggiunta assume le dimensioni di una vera e propria consacrazione da parte del mercato per questa forma di espressione artistica. Ciò che sta accadendo con i suoi lavori digitali in asta è uno di quei passaggi di legittimazione del sistema che porta al riconoscimento dell’opera come arte e dell’autore come artista. L’evento di Christie’s è significativo sotto questo profilo e segna la svolta del mercato rispetto a questo tipo di lavori. Il passaggio di legittimazione successivo spetterà ai musei.
Beeple, il cui nome in realtà è Mike Winkelmann, è un grafico informatico di 39 anni della Carolina del Sud che, grazie alle sue immagini digitali pubblicate giornalmente sui social, ha 1,8 milioni di follower su Instagram e 200 mila su Twitter. Vanta collaborazioni con marchi globali come Louis Vuitton e Nike. Non si definisce artista ma come tale viene trattato. “Non so nulla del mondo dell’arte tradizionale” ha dichiarato di recente. Si parla di una forte speculazione in corso sui suoi lavori e in generale sui NFT che hanno portato il mercato del settore a triplicare i volumi nel 2020 e a toccare attualmente i 250 milioni di dollari. Chi acquista questi lavori spesso li rimette in vendita subito dopo ad un prezzo mille volte superiore a quello di aggiudicazione.
Quello che si sa oggi è che l’opera Crossroads di Beeple, dedicata alle elezioni presidenziali americane e che si è modificata automaticamente a risultato acquisito, è stata inizialmente venduta in asta dall’artista a 66 mila dollari tramite la piattaforma Nifty Gateway per poi essere rivenduta dall’acquirente nel mercato secondario a 6,6 milioni di dollari lo scorso 25 febbraio. A dicembre 2020, Beeple ha guadagnato 3,5 milioni di dollari in un solo weekend mettendo all’asta sulle piattaforme di crypto art più edizioni di tre lavori digitali, ciascun al prezzo di 969 dollari e 21 opere uniche, la maggior parte delle quali vendute per circa 100.000 dollari ciascuna. E, a differenza delle dinamiche tradizionali del settore arte, l’artista continua a guadagnare sui passaggi di proprietà successivi. Grazie alla tecnologia, il 10% dei prezzi pagati rimane all’artista.
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