A spingere la domanda assicurativa in Italia sono la maggiore consapevolezza dei rischi nel 48% dei casi e la maggiore vulnerabilità finanziaria nel 40%
Onorato: “In futuro è atteso un ulteriore aumento, anche alla luce delle conseguenze derivanti dall’attuale scenario geopolitico internazionale”
L’industria italiana, sulla scia della crisi pandemica, si rivela sempre più bisognosa di coperture assicurative. Anche perché cresce la consapevolezza dei rischi, il desiderio di attutire gli impatti negativi sull’attività d’impresa e la vulnerabilità finanziaria. Sebbene il prezzo resti una variabile rilevante nelle scelte d’acquisto.
Secondo un nuovo studio di
Deloitte dal titolo
Il futuro delle assicurazioni per le pmi dopo la pandemia, condotto su un campione di 5.300 aziende rappresentative di tutti i settori industriali e distribuite in 14 paesi,
il covid-19 ha dato una spinta alla propensione all’acquisto delle polizze per una pmi italiana su tre a fronte di un’azienda straniera su due. A spingere la domanda assicurativa, come anticipato in apertura, sono la maggiore consapevolezza dei rischi nel 48% dei casi, la volontà di scansare ulteriori effetti negativi sulla propria attività nel 42% e la maggior vulnerabilità finanziaria nel 40%. Il 38%, però, vede nel costo l’aspetto più rilevante nella scelta d’acquisto della copertura assicurativa anticipato da un 45% che segnala la fiducia nei confronti dell’intermediario.
“Nonostante l’impatto economico e sociale generato dalla pandemia, il bisogno di coperture assicurative da parte delle pmi italiane è rimasto alto e in futuro è atteso un ulteriore aumento, anche alla luce delle conseguenze derivanti dall’attuale complesso scenario geopolitico internazionale”, spiega
Luigi Onorato, insurance sector leader di Deloitte Italia. “Dal nostro studio emerge tuttavia una distanza tra la percezione delle pmi italiane, che ritengono di avere un elevato livello di copertura assicurativa e una buona comprensione dei contenuti di polizza, e quella che sarebbe la corretta tipologia di copertura e l’effettivo livello di protezione delle piccole imprese”, spiega.
In ogni caso, la fiducia nei confronti del settore assicurativo non fa che aumentare, almeno per il 58% delle pmi italiane e il 71% delle straniere. Quanto ai rischi, quello cyber e quello pandemico restano in cima alle preoccupazioni delle aziende, superando anche il rischio sistemico, il rischio climatico e il rischio catastrofale. La pandemia, tra l’altro, ha innescato un maggior bisogno di flessibilità (per l’80% delle pmi italiane e di quelle straniere). Il canale fisico resta l’opzione privilegiata nella fase d’acquisto, ma cresce la rilevanza del canale digitale sia in fase di prevendita che di post-vendita. Infine, il 90% delle pmi italiane e di quelle straniere rivelano anche una certa propensione all’acquisto di coperture e servizi assicurativi da operatori “non tradizionali” oltre che dichiararsi favorevoli a partnership tra questi ultimi e il settore assicurativo.
A spingere la domanda assicurativa in Italia sono la maggiore consapevolezza dei rischi nel 48% dei casi e la maggiore vulnerabilità finanziaria nel 40%Onorato: “In futuro è atteso un ulteriore aumento, anche alla luce delle conseguenze derivanti dall’attuale scenario geopolitico internazionale”
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