Il 46% delle ditte individuali femminili intende investire nello sviluppo di attività di e-ecommerce e marketing digitale
Il 25% lo ritiene il principale obiettivo del 2021 per fronteggiare l’emergenza e recuperare la propria competitività
Ignazio Rocco di Credimi: “Le imprese più piccole vanno supportate, sia per semplificare i processi, sia per adottare strumenti e partner giusti per la loro crescita”
Nell’anno della crisi le ditte individuali hanno registrato un crollo del fatturato pari al 24%. Ma, secondo l’Osservatorio piccole imprese italiane lanciato da Credimi e realizzato da Nextplora, le vere “vittime” dell’emergenza sono le aziende femminili (pari al 44% del totale): il 38%, infatti, ha dovuto abbassare le saracinesche la scorsa primavera, il 30% ha continuato a lavorare tramite delivery e solo il 22% ha potuto operare normalmente, pur percependo comunque l’impatto della pandemia. Complessivamente, il 46% ha riportato un calo dei ricavi tra il 20 e il 50%.
Alla ricerca della liquidità perduta
Lo studio è stato condotto su un campione di 1.200 aziende con un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro, appartenenti equamente ai settori dell’industria, del commercio, dell’edilizia e dei servizi e analizzate per forma giuridica (ditte individuali, società di persone e società di capitali). Stando all’osservatorio, nel dettaglio, le ditte individuali guidate da donne hanno riportato un incremento nel ricorso ai prestiti già a partire dal 2015, trainate principalmente dal ripristino della liquidità, dall’acquisto di software, dagli investimenti in strumenti e macchinari, e dal pagamento dei fornitori. Ma anche dalla necessità di creare o migliorare l’e-commerce (23%), dalle attività di marketing digitale (19%) e dalla formazione (16%).
Il 33% delle imprenditrici, inoltre, prevede di richiedere un
finanziamento nei primi mesi del 2021 (contro il 39% degli uomini), con l’87% che ritiene di necessitare di una cifra compresa tra i 25mila e i 100mila euro. In generale, sia gli imprenditori che le imprenditrici ai vertici di ditte individuali, nella scelta dei prestiti, considerano oltre ai costi la velocità di erogazione (nel 44% dei casi), la flessibilità nel pagamento delle rate (43%) e la semplicità d’accesso e dei processi (rispettivamente nel 19 e nel 39% dei casi).
Investire nel digitale per la ripartenza
Sebbene dati di Unioncamere evidenzino come le imprese “rosa” siano meno digitalizzate (solo il 19% ha infatti adottato o sta adottando misure di impresa 5.0, contro il 25% della controparte maschile), dalla ricerca emerge anche una “grande volontà di invertire questa tendenza”, spiegano i ricercatori. Il 46% delle ditte individuali femminili, infatti, intende investire nello sviluppo di attività di e-commerce e marketing digitale, come anticipato, con il 45% che lo considera una tappa fondamentale per la crescita e il 25% un obiettivo indispensabile nel 2021 per fronteggiare gli effetti negativi dell’emergenza epidemiologica e recuperare la propria competitività.
“Se è vero che l’imprenditoria femminile è stata una delle più colpite da questa pandemia, è anche vero che si tratta di uno dei comparti che più si sta muovendo attivamente per uscire dalla crisi”, spiega
Ignazio Rocco, ceo e co-founder di Credimi. “Ecco perché è importante mettere in piedi un sistema di sostegno con forti incentivi a loro dedicati. Se si pensa che nel corso del 2020 sono stati distribuiti alle imprese 120 miliardi di euro tramite il
Fondo di garanzia e se è vero che solo una parte di questi capitali sono stati usati, una parte è ancora presente nei conti correnti delle società in attesa di essere investiti”, aggiunge. Poi conclude: “È proprio nel percorso di investimento di queste risorse che le imprese più piccole vanno supportate, sia per semplificare i processi, sia per adottare strumenti e partner giusti per la loro crescita”.
Il 46% delle ditte individuali femminili intende investire nello sviluppo di attività di e-ecommerce e marketing digitaleIl 25% lo ritiene il principale obiettivo del 2021 per fronteggiare l’emergenza e recuperare la propria competitivitàIgnazio Rocco di Credimi: “Le imprese più piccole vanno suppor…