L’autorità di vigilanza europea sulle assicurazioni ha individuato luci e ombre che stanno caratterizzando l’offerta assicurativa, nel suo ultimo Consumer Trends Report
Ai due estremi dell’analisi si scorgono due sviluppi legati alle polizze vita unit-linked: sul versante positivo la crescente offerta caratterizzata strategie sostenibili non basate sull’esclusione; su quello negativo il perdurante rischio di vendita impropria di questi prodotti particolarmente complessi
Nella rappresentazione grafica sottostante è possibile osservare, sui due assi, l’impatto (positivo o negativo, asse orizzontale) e il volume (più o meno grande, asse verticale) dei consumatori coinvolti.
Al numero 1, che indica lo sviluppo più positivo per i consumatori, c’è la crescente disponibilità di prodotti assicurativi che si avvalgono di strategie di investimento sostenibili diverse da quelle dell’esclusione. Questo trend è particolarmente rilevante per le polizze vita unit-linked, la cui diffusione sta peraltro aumentando in tutta Europa, a discapito delle polizze vita tradizionali a rendimento programmato. “Anche se questo è uno sviluppo positivo, rimangono alcune aree di preoccupazione legate al greenwashing”, ha precisato l’Eiopa, citando anche la “comunicazione fuorviante, problemi con la valutazione del grado di sostenibilità dei prodotti venduti data l’eterogeneità delle etichette Esg e le preferenze dei clienti verso gli investimenti sostenibili”.
Sul fronte opposto, al numero 6, compare la criticità più grave e, allo stesso tempo, la seconda più diffusa fra i consumatori: i fenomeni di vendita impropria legati alle stesse polizze vita unit-linked. Non si tratta di un tema nuovo: questa tipologia di polizze, il cui rendimento dipende dall’andamento di un determinato indice, ha strutture di costi e termini contrattuali complessi, che richiedono la vendita a un consumatore finanziariamente ben preparato. Con l’ecosistema di bassi tassi d’interesse, le unit-linked sono diventate lo strumento principale della raccolta di nuovi premi assicurativi in Italia. Nel 2020, si apprende dall’elaborazione grafica dell’Eiopa, l’Italia risultava il quinto Paese europeo per diffusione di unit-linked sul totale dei nuovi contratti assicurativi del ramo vita. Un dato che sembra stridere con le limitate competenze assicurative che l’Ivass ha recentemente rilevato fra la popolazione italiana.
“La scarsa comprensione da parte dei consumatori dei rischi inclusi nel profilo di rischio-rendimento dei prodotti unit-linked, i costi elevati e la struttura complessa, e la mancanza di trasparenza nel processo di vendita – anche in relazione agli incentivi – sono alcuni dei problemi evidenziati dalle autorità di vigilanza nazionali”, ha affermato l’Eiopa, “in effetti, 9 delle 12 questioni segnalate come le più preoccupanti nel loro mercato dei prodotti assicurativi sulla vita erano legate ai prodotti unit-linked”.
Più nel dettaglio, “la mancanza di trasparenza unita alla crescente complessità dei prodotti unit-linked offerti sul mercato può portare a una scarsa comprensione da parte dei consumatori dei rischi e dei benefici offerti da questi prodotti”, ha proseguito l’Eiopa. “Persistono anche problemi con le informazioni, la progettazione del prodotto e la definizione del mercato target generico, poiché spesso i periodi di detenzione raccomandati riportati nelle informazioni non sono sempre in linea con le caratteristiche del prodotto e con la definizione del mercato target”.
L’Eiopa, come in precedenti occasioni, non intende bocciare nella sua totalità le polizze vita unit-linked: “dato il contesto di bassi tassi d’interesse, i prodotti unit-linked possono essere una buona opzione per i consumatori e, se progettati correttamente, adeguatamente commercializzati e venduti (in modo mirato), possono dare accesso a un’ampia varietà di opportunità di investimento. In particolare, la possibilità di combinare aspetti di investimento e di protezione permette ai consumatori di cercare rendimenti di mercato più elevati, proteggendosi al tempo stesso dalla morte o da altri rischi”.
Procedendo in ordine di negatività crescente per i consumatori, l’Eiopa ha citato anche i ritardi e i problemi nei rimborsi da parte delle assicurazioni (numero 3); le pratiche di ottimizzazione dei prezzi che penalizzano i clienti storici a prescindere dal profilo di rischio dei nuovi clienti (4); e la poca carenza nelle clausole di esclusione che sollevano la compagnia dal pagamento in determinate circostanze, così come la crescita dei rischi non assicurabili legati, ad esempio, al covid o al cambiamento climatico (5).