Le donne con maggiori competenze finanziarie sono più propense degli uomini a risparmiare per fronteggiare evenienze future ma, spesso, faticano a fidarsi delle proprie competenze
Il 33% delle donne tende a valutare il proprio livello di conoscenza finanziaria sotto la media, ma in realtà realizza un punteggio sopra la media
Occorre sensibilizzarle sull’importanza di acquisire un’educazione finanziaria di base, stimolandone anche una maggiore partecipazione alle decisioni finanziarie e a una gestione autonoma dei loro risparmi
Cosa cambia, poi, quando si parla di previdenza? E perché è importante essere previdenti quando si parla di scelte finanziarie, specie quando si tratta di donne? “Per una serie di ragioni di buon senso: la prima fra tutte è considerare che in futuro potremmo avere necessità che oggi non possiamo prevedere e per le quali è utile accantonare del denaro in via precauzionale. L’indagine Emergenza covid-19: gli italiani tra fragilità e resilienza finanziaria commissionata dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria e condotta da Doxa, ha messo in evidenza come ragazze con maggiori competenze in ambito finanziario siano più propense a risparmiare per far fronte a evenienze future mentre allo stato dell’arte è dimostrato che ansia collegata alle decisioni finanziarie, mancanza di fiducia nella propria capacità di gestire le finanze e difficoltà di pianificazione nel medio lungo periodo sono aspetti che in Italia riguardano più le donne che gli uomini”.
Stando ai dati raccolti da Boggio Robutti, inoltre, in più del 40% dei casi l’uomo possiede maggiori risorse finanziarie rispetto alla donna nella coppia e in più del 70% prende decisioni finanziarie anche qualora siano di interesse comune. Tornando allo studio Doxa, poi, il 37% degli uomini è più disposto a rischiare quando si parla di decisioni finanziarie contro il 26% delle donne, che dichiarano anche una “maggiore difficoltà nel raggiungere i propri obiettivi finanziari”, osserva l’esperta. Sulla scorta di queste evidenze, aggiunge, “è quindi prioritario aiutarle a guadagnare terreno in campo economico e finanziario, condizione indispensabile per l’emancipazione e il benessere individuale e familiare. L’obiettivo è sensibilizzarle sull’importanza di acquisire un’educazione finanziaria di base e stimolarne una maggiore attenzione alla partecipazione alle decisioni finanziarie importanti e alla gestione autonoma dei loro risparmi”. Un aspetto di “fondamentale importanza in virtù del ruolo che le donne possono svolgere nell’amministrazione efficace ed efficiente del bilancio della famiglia nonché nell’ambito del suo mantenimento e in quello dell’educazione finanziaria dei figli”.
È necessario, conclude Boggio Robutti, scardinare attraverso la cultura tutti quegli stereotipi che confinano le donne in cliché antichi, retaggio di una visione sociale ancora troppo diffusa. E questo, spiega, può avvenire solamente attraverso l’apprendimento di tutte le nozioni necessarie già in tenera età. “Pensiamo allo scenario economico attuale che mette in primo piano, oltre all’aspetto della salute pubblica, il rapporto tra economia e società e, di conseguenza, la relazione tra conoscenza economica, responsabilità individuale e autonomia delle scelte. Oggi ci troviamo di fronte ad adulti che, dal punto di vista economico e finanziario, non riescono a trasmettere informazioni e comportamenti adeguati ai propri figli. Il vero valore dell’educazione finanziaria risiede, da un lato, nell’essere una leva strategica di uno sviluppo sociale equilibrato, e dall’altro, nel divenire patrimonio culturale comune. Oggi nessun soggetto può autonomamente e responsabilmente assumersi l’onere di sostenere un progetto di tale portata: questa operazione culturale deve essere attuata attraverso una collaborazione che affianchi tutti gli attori e i portatori di interessi in gioco”.
(Articolo tratto dal magazine We Wealth di ottobre 2021)