Il nuovo anno, che porta in dote un fardello pesante di alta inflazione e venti di recessione,
pone gli investitori davanti alla necessità di ricercare soluzioni efficienti per contesti difficili come quello attuale. Guardandosi indietro, con un 2022 caratterizzato dalla simultanea caduta di azioni e bond, a latitare a livello di performance sono state sia le gestioni attive che quelle passive. “Oggi con un mercato sempre più connesso, se le cose vanno male, vanno male quasi ovunque come visto in buona parte del 2022 – spiega Mauro Panebianco, Partner Pwc Italia e Asset & Wealth Management Leader – ma quando le cose non vanno bene l’investitore sta molto più attento ad aspetti quali i costi legati all’investimento che ha effettuato e questo potrebbe cambiare l’orientamento e le abitudini di investimento future a favore della gestione passiva”. In particolare, su un orizzonte di lungo termine, l’effetto dei bassi costi sui rendimenti diventa considerevole. Da un rapporto Esma su performance e costi dei prodotti d’investimento retail nell’UE emerge che un investimento di 10.000 euro in fondi azionari, obbligazionari e bilanciati avrebbe reso circa 8.000 euro lordi in 10 anni (2011-2020), di cui 5.400 euro di rendita netta e ben 2.600 euro dispersi in costi.
L’utilizzo di strumenti a basso costo quali gli Etf tra gli investitori retail è favorita anche dalla digitalizzazione degli investimenti. BlackRock stima che gli investimenti in Etf attraverso piattaforme digitali raggiungeranno quota 500 miliardi di euro in Europa entro il 2026 e sempre nel giro di 4 anni addirittura un tedesco su quattro avrà un piano di risparmio in Etf. “Il Pac o prodotti con fini pensionistici, che prevedono un orizzonte d’investimento di lungo periodo e versamenti progressivi nel tempo, sono i veicoli ideali per i prodotti a gestione passiva che, come l’esperienza degli Stati Uniti insegna, a fronte di bassissimi costi, sono in grado di soddisfare le esigenze dell’investitore finale con ottimi ritorni”, sottolinea Panebianco che vede i cloni guadagnare terreno in Europa anche grazie alla sponda di una transizione verso modelli di consulenza fee based “che pongono al centro dell’attenzione la riduzione dei costi e un asset allocation più semplificata”.
Trenta candeline
Quest’anno ricorrono le 30 candeline dal lancio del primissimo Etf, lo S&P 500 SPDR (SPY), risalente al gennaio 1993. In questi ultimi anni l’innovazione sta contribuendo a rimodellare in parte la loro natura di semplice strumento di replica di tradizionali indici azionari. Le proposte sono sempre più evolute. “La differenziazione geografica non è più un elemento trainante e se si vuole differenziare bisogna creare dei prodotti legati a temi ben precisi ovvero a sfide su dei megatrend, ad esempio risorse naturali, tecnologia, sanità piuttosto che infrastrutture”, asserisce Panebianco. Su questi temi si gioca un fattore critico di successo nell’andare a cercare ritorni positivi. “E da questo punto di vista gli Etf hanno saputo costruire una proposizione forte legata a temi importanti quali metaverso, sanità o risorse scarse. Il tematico sta diventando un elemento caratterizzante anche della gestione passiva e diventa un ulteriore elemento di competizione rispetto all’offerta tradizionale”.
I tematici hanno un forte elemento accattivante e ogni tema di investimento ha una narrazione integrata. Nonostante un 2022 decisamente difficile, con drawdown medio del 30% per gli Etf tematici statunitensi, i deflussi sono stati meno dell’1% dei 115 miliardi di dollari di asset in gestione (dati Bloomberg Intelligence al 07/12/2022). Non siamo quindi davanti a una moda passeggera da abbandonare al primo colpo di vento sui mercati. Certo è da tenere in conto che ci sarà una ‘selezione naturale’ e alcuni dei 270 Etf con esposizioni tematiche che faticheranno alla lunga a rimanere sul mercato.
Il fascino dei tematici
Guardando ai prossimi 12 mesi, la presenza di condizioni economiche difficili rende necessario essere più selettivi nel breve e al contempo catturare l’esposizione ai megatrend strutturali a lungo termine. In tal senso il Thematic Outlook 2023 di BlackRock concentra lo sguardo sulla tecnologia non come un monolite. “La sicurezza informatica e la robotica hanno il potenziale per invertire il ciclo economico, dato che la sicurezza informatica è passata da nicchia a necessità e i robot sono fondamentali per combattere le sfide della catena di approvvigionamento, la carenza di manodopera e l’inflazione”, spiega Jay Jacobs, US Head of Thematics and Active Equity ETFs di BlackRock. Fari accesi anche su energie pulite e veicoli elettrici alla luce del supporto significativo dai piani di spesa fiscale da oltre 1.500 miliardi di dollari negli USA – tra Inflation Reduction Act e US Infrastructure Investment and Jobs Act – e da 300 miliardi in Europa. Tra i pochi segmenti a resistere nel 2022 c’è l’healthcare, visto da BlackRock come un tema potenzialmente vincente anche quest’anno considerando la relativa domanda anelastica e molti studi in fase avanzata in segmenti quali genomica, immunologia e neuroscienze.
Anche l’outlook 2023 di LGIM guarda con favore a energia pulita e cyber security, aggiungendo anche la fotonica nel podio dei temi caldi in grado di fornire soluzioni ad alcuni dei problemi più urgenti di oggi. “Mentre milioni di persone lottano con il costo del riscaldamento le loro case questo inverno, la necessità di prezzi accessibili e fonti energetiche rinnovabili non è mai stata così grande”, argomenta Aanand Venkatramanan, Head of ETFs EMEA di LGIM.
Spazio di innovazione tra gli Etf c’è anche guardando all’universo smart beta. “Tutto quello che è legato alla tecnologia ha la potenzialità di andare a creare nuove proposizioni vincenti – asserisce Panebianco di Pwc – . Penso all’intelligenza artificiale che può andare oltre all’analisi del settore o del bilancio delle società, integrando elementi innovativi quali sentiment analysis o valutazione di dati legati ai social media” e portando un contributo a creare nuovi prodotti in grado di differenziarsi rispetto al passato.
(articolo tratti dal numero di gennaio del magazine We Wealth)