Il 17% degli amministratori delegati delle società quotate sul Ftse Mib ha guadagnato più di 5 milioni di euro nel 2021
Per il 10% la busta paga si aggira tra 500mila euro e 750mila euro mentre il 5% oscilla tra 750mila euro e 1 milione di euro
L’81% degli amministratori delegati delle società quotate sul Ftse Mib percepisce uno stipendio a sei zeri. Tra questi, stando alla 28esima edizione dello Spencer Stuart Board Index, il 17% ha guadagnato nel 2022 più di 5 milioni di euro. Primo fra tutti Carlos Tavares di Stellantis, il cui stipendio (23,45 milioni di euro) aveva in passato destato le critiche del presidente francese Emmanuel Macron che – durante un’intervista rilasciata alla radio Franceinfo a inizio anno – lo aveva definito “scioccante” ed “eccessivo”.
Il campione oggetto di analisi si compone delle prime 100 società quotate in Italia, di cui 38 appartenenti all’indice Ftse Mib e 62 a due indici secondari, Ftse Italia Mid Cap e Ftse Italia Small Cap. Il compenso medio totale dei ceo ammonta a 2,45 milioni di euro (a fronte dei 2,12 milioni del 2021), mentre la componente fissa si attesta sui 938mila euro (contro gli 854mila dell’anno precedente). Si calcola dunque un aumento dei compensi totali del +16% e dei compensi fissi del +10%, crescita in parte giustificata dall’occasionale rinuncia volontaria parziale o totale del compenso da parte di alcuni amministratori delegati registrata nel recente passato. Se ci si concentra sull’indice Ftse Mib, si parla di 3,79 milioni di euro di compensi medi totali nel 2022, in aumento rispetto ai 2,96 milioni del 2021.
Chi guadagna di più tra i top manager
Restando sul Ftse Mib, come anticipato in apertura, l’81% dei ceo percepisce uno stipendio superiore al milione di euro. Per il 10% la busta paga si aggira tra 500mila euro e 750mila euro mentre il 5% oscilla rispettivamente tra 750mila e 1 milione di euro e tra 250mila e 500mila euro. Nessuno si posiziona invece nella fascia al di sotto dei 250mila euro.
Fonte: Spencer Stuart Board Index
Guardando agli ultimi dati disponibili al 2021 sulla remunerazione dei singoli componenti dei consigli di amministrazione, a guadagnare di più tra i top manager (escludendo banche, reti di consulenza e assicurazioni cui abbiamo dedicato uno specifico approfondimento) è appunto Carlos Tavares di Stellantis, che due anni fa ha ottenuto un compenso totale di 19,15 milioni di euro di cui 1,9 milioni sulla componente fissa. Sul podio anche Cnh Industrial dove l’allora neo-amministratore delegato Scott W. Wine ha ottenuto uno stipendio di 8,8 milioni di euro (di cui 1,8 milioni sul fisso), e Eni (Claudio Descalzi con un compenso totale pari a 5,85 milioni, di cui 1,6 milioni sul fisso).
Seguono nella top 10 dei maxi-stipendi del Ftse Mib i capi azienda di:
- Ferrari (4,48 milioni di euro, dato relativo al compenso medio di John Elkann e Benedetto Vigna, ceo di Ferrari dal 1° settembre 2021);
- Enel (3,21 milioni, Francesco Starace)
- Amplifon (2,96 milioni, Enrico Vita)
- Campari (2,94 milioni, Robert Kunze-Concewitz)
- Italgas (1,94 milioni, Paolo Gallo)
- Diasorin (1,82 milioni, Carlo Rosa)
- Snam (1,74 milioni, dato relativo al compenso di Marco Alverà, ceo di Snam fino ad aprile 2022)
Ricordiamo che il compenso fisso comprende l’emolumento per la carica fissato dall’assemblea per gli azionisti, il compenso fissato dal cda, il compenso fissato dal cda per l’eventuale partecipazione ai comitati, i gettoni spesa, il rimborso spese e la Ral.
(Articolo aggiornato il 30 ottobre 2023)