Il 28% delle imprese teme ancora una chiusura definitiva
Negli ultimi tre mesi le presenze turistiche perse per effetto del lockdown ammontano a 81 milioni
“Il fondo perduto potrebbe garantire le nostre imprese da eventuali azioni di sciacallaggio da parte degli imprenditori esteri e della malavita organizzata”, spiega Vittorio Messina
Messina: “La crisi inizia oggi”
“I decreti Cura Italia, Liquidità, Rilancio, hanno tradito le aspettative in termini di aiuti – continua Messina – Riprendersi dopo due mesi di totale chiusura non è facile, né può accadere nei due mesi successivi. Il sistema economico italiano nel suo complesso non ha superato la crisi, ma la crisi inizia oggi, con situazioni bancarie aggravate, tensioni nei confronti dei fornitori e criticità per le imprese in affitto”. Secondo Messina, le prime due settimane di apertura, infatti, non hanno dato risposte significative in termini di incassi, ma al contrario hanno fatto emergere in seno ad alcune imprese una “sempre più pressante necessità di chiusura”.
Codacons, verso un aumento dei prezzi
Spostando lo sguardo sulla filiera del turismo, che vale tra il 13 e il 15% del pil nazionale e impiega quattro milioni di lavoratori, per Messina la ripartenza dovrà attendere le festività pasquali del prossimo anno. Secondo i dati di Coldiretti, negli ultimi tre mesi le presenze turistiche perse per effetto delle misure di contenimento del contagio ammontano a 81 milioni, di cui 31 milioni solo nel mese di maggio. Si parla nell’ultimo mese di un crollo di otto miliardi di euro, tra alloggi, trasporti, ristorazione e negozi.
“Noi abbiamo osservato il periodo più lungo di lockdown e stiamo dando attuazione ai protocolli sanitari più stringenti in Europa. Il messaggio che dovremmo far veicolare è che l’Italia è probabilmente il paese più sicuro, dove si rischia meno in termini di contrazione del covid-19. Sotto questo punto di vista, ben vengano le somme che le imprese dovranno investire per garantire la sicurezza. Ma aumenti indiscriminati e speculativi dei prezzi sono da negare al 100%”, commenta Messina.
Cosa può essere fatto ancora dunque per sostenere il tessuto imprenditoriale italiano? “Per riprendersi non basta riaprire, ma c’è bisogno di aiuti seri”, continua Messina che conclude: “C’è bisogno di liquidità immediata e non di un ulteriore indebitamento delle imprese. Il fondo perduto potrebbe garantire le nostre imprese da eventuali azioni di sciacallaggio da parte degli imprenditori esteri e della malavita organizzata, traghettandole verso l’indomani della fine del covid-19. La filiera del turismo, in particolare, va salvaguardata perché siamo quella locomotiva che, quando ripartirà, trainerà la ripresa economica del Paese”.