Controllo degli investimenti e trasparenza sono i principali vantaggi della consulenza digitale. Vantaggi che si traducono anche in una maggior consapevolezza finanziaria di chi investe
Secondo Esma il costo medio per una gestione patrimoniale in Italia si attesta intorno all’1,8%, con l’automazione i costi scendono dallo 0,4% all’1%
I robo advisor sono solo una parte della storia: nella consulenza finanziaria il fattore umano continuerà a giocare ancora un ruolo determinante
Oggi più che ieri, il futuro è digitale e il mondo degli investimenti non fa eccezione. Uno degli ambiti più impattati è quello della consulenza finanziaria, il cui modello di business è rimasto sostanzialmente immutato negli ultimi decenni. Già da anni, però, agli operatori tradizionali si sono affiancate piattaforme digitali che forniscono servizi di pianificazione finanziaria automatizzati e basati su algoritmi, con un intervento più o meno rilevante della supervisione umana: i robo advisor.
L’appetito dei risparmiatori per questo nuovo formato innovati- vo di consulenza sta crescendo in tutto il mondo. Le transazioni legate ai robo advisor hanno raggiunto i 987 miliardi di dollari nel 2020 e da qua a quattro anni tale valore è destinato ad aumentare di quasi il 23%. In Italia, il fenomeno è recente ma ci sono già diversi attori consolidati sul mercato: Moneyfarm, Euclidea e Online Sim sono alcuni di questi. Ognuno con le sue peculiarità, ma tutti accomunati da una domanda in crescita. Soprattutto dopo il covid.
Le persone durante la pandemia – passando molto più tempo a casa – si sono infatti accorte che c’è un modo più comodo e digitale per fare fronte ai propri bisogni di gestione del portafo- glio. È così che la pensa Andrea Rocchetti, head of Investment advisory di Moneyfarm, che suggella la propria affermazione con numeri alla mano: “nel 2020 abbiamo registrato un +67% di nuovi clienti rispetto al 2019. Il tempo trascorso dai nostri consulenti al telefono è cresciuto del 75% rispetto al 2019 e anche gli scambi via mail e chat sono significativamente aumentati (+43%)”.
Un fenomeno, quello del robo advising, dunque in accelerazione, ma che ha ancora ampi margini di crescita: in Italia, secondo Assogestioni, ci sono 4 milioni di persone che si rivolgono a prodotti di gestione. L’obiettivo è quello di penetrare maggiormente questo mercato. Per Stefano Rossi, ceo di Euclidea, si tratta di un obiettivo dichiarato, data la semplicità e trasparenza di una soluzione d’investimento che si rivolge a tutti: giovani e anziani, clienti “private” e clienti “retaill”. Per Euclidea la distinzione è tra clienti “smart” e clienti “wealth”. “La nostra è una proposta polivalente: il taglio minimo di investimento di 5 mila euro consente anche ai più giovani di accedere a un servizio di consulenza”, spiega Rossi che sottolinea come il cliente medio sia millennial e l’età media sia destinata ad abbassarsi. Al contempo non sono esclusi i clienti più benestanti, spesso – dice Rossi – in fuga dall’opacità su costi e regole nella selezione dei prodotti che talvolta si riscontra nella consulenza tradizionale. “Abbiamo sviluppato una tecnologia che ci permette di identificare la qualità e i costi di più di 140mila prodotti, sia fondi attivi che etf, confrontandoli e andando a selezionare i migliori”. Scelta diversa invece per Online Sim: il taglio di ingresso per i suoi due servizi di robo-advising sono più elevati: rispettivamente 20 mila e 50 mila. “Per l’investitore che dispone di risparmi contenuti crediamo sia più coerente un investimento con un piano di accumulo rispetto ad una consulenza complessa, in quanto eventuali perdite su patrimoni più bassi possono essere problematiche a fronte di guadagni che non modificherebbe- ro sostanzialmente la capacità patrimoniale dell’investitore” spiega Federico Odello, direttore commerciale di Online Sim.
Un punto su cui invece convergono tutti, è il benefico dei costi sia in termini di minor commissioni pagate che di trasparenza. “In Italia circa il 70% di quello che un investitore spende per i propri investimenti va a remunerare la distribuzione e circa il 70% dei risparmiatori non sa o sottostima quanto stia pagando per la consulenza ricevuta”, afferma Rocchetti. È evidente che un approccio digitale possa portare dei benefici in questo senso. “Euclidea fin da subito è trasparente con il cliente: il total expanse ratio è ottimizzato al minimo a cui poi va aggiunto lo 0,6% di consulenza. Secondo Esma il costo medio per una gestione patrimoniale in Italia si attesta intorno all’1,8%”, spiega Rossi. Moneyfarm applica una commissione media dello 0,75%, ma che può variare dallo 0,4% all’1% a seconda dal capitale investito. Online Sim invece ha scelto di optare per una struttura di costi estranea alla consulenza e più vicina a quella dei servizi digitali. “I nostri clienti pagano sette euro al mese, con la possibilità di disattivare il proprio abbonamento con un click” spiega Odello. I portafogli sono costruiti da fondi comuni, che hanno costi di gestione più alti rispetto agli etf.
Secondo il direttore commerciale di Online Sim è proprio la flessibilità il carattere premiante di questo tipo di consulenza. “La nostra offerta garantisce flessibilità e autonomia. I clienti hanno accesso a più portafogli modello sviluppati da diverse case di gestione con strategie, settori e temi di investimento differenti e con la libertà di utilizzarli anche come mattoncini all’interno della propria asset allocation complessiva. Inoltre, possono decidere se accelerare o decelerare rispetto alla strategia scelta a seconda della fase di mercato”, continua Odello, spiegando che invece “l’offerta di alcuni robo advisor è impostata su profili di rischio che non lasciano la possibilità per l’investitore di assumere all’evenienza un’esposizione di portafoglio più conservativa”. Anche nel caso di Euclidea e Moneyfarm l’investitore può scegliere tatticamente di muoversi su un portafoglio più difensivo. Controllo degli investimenti e trasparenza sono infine gli ultimi – non per importanza – vantaggi della consulenza digitale. “Gli investitori possono controllare in ogni momento la performance del loro portafoglio e valutare le scelte messe in atto dal gestore. Ciò permette all’investitore di avere contezza e di poter fare domande sul suo investimento e, allo stesso tempo, incentiva il gestore a spiegare il proprio punto di vista sui mercati e le ragioni di ogni decisione, creando in continuazione opportunità di dialogo con l’investitore” conclude Rocchetti. Contrariamente ad altri player infatti questi robo advisor si distinguono per un approccio ibrido, per cui il fattore umano gioca ancora un ruolo determinante.
(Articolo tratto dal magazine We Wealth di aprile)