Oyster Perpetual Datejust 36
A inizio secolo a farla da padrone era l’orologio da taschino, quello da polso era ancora poco preciso. Una bizzarria, un capriccio femminile, al più (il primo orologio da “indossare” fu creato nel 1812, su richiesta della regina di Napoli Carolina Murat, che ne voleva uno “da bracciale”, e per circa un secolo restò quasi un caso isolato). I tempi, però, stavano cambiando. A 24 anni, convinto che “l’orologio da polso offrisse grandi possibilità”, Hans Wilsdorf, di stanza a Londra, era determinato a crearne uno robusto e affidabile.
Un modello da donna: Rolex Daytona ref. 16568 EMRO. Courtesy Alfredo Paramico
Per farlo, creò orologi dalla precisione cronometrica mai vista, in casse di proporzioni idonee a poter essere indossate. Come ricorda lo stesso Wilsdorf, “all’epoca questa moda non solo non esisteva, ma suscitava addirittura ilarità, gli orologiai rimanevano scettici, prevedendo un fiasco completo per l’orologio da polso.” Come noto, le cose andarono diversamente. La casa orologiera che a Londra era Wilsdorf&Davis, diventa a Ginevra nel 1920 Montres Rolex S.A.
Oyster Perpetual Day?Date 36
Risale al 1926 il primo orologio da polso impermeabile, il leggendario Oyster (cui seguiranno il GMT, il Daytona, il Deep Sea…). Grazie a questo modello, Rolex entra nella storia dell’orologeria mondiale. Nel 1927, la giovane Mercedes Gleitze attraversa la Manica a nuoto. Al polso, un Oyster. Dopo oltre dieci ore, il segnatempo riemerge perfettamente funzionante. I giornali ne celebrano la “marcia trionfale”.
Toccherà poi a Sir Malcolm Campbell, il primo pilota di auto a superare il traguardo delle 300 miglia all’ora (483 km/h); a Charles Elwood “Chuck” Yeager, che nel 1947 supera il muro del suono. In tutti i casi, gli Oyster non subiranno nessun danno. Scriveva Wilsdorf: “Bisogna andare avanti. Ci vuole coraggio e la ferma volontà di riuscire.” E poi: “Fate soprattutto un bel lavoro.” Obiettivi raggiunti.