L’imminente “Fusione” di Ethereum sembra avere un ruolo rilevante in queste aspettative al ribasso, perché sulla principale concorrente nel mercato delle crypto, Bitcoin, non si osserva lo stesso sentiment negativo
La Fusione di Ethereum permetterebbe di eliminare gli ingenti consumi energetici legati al mining, tagliandoli del 99%. Il rischio, però, è che si presentino imprevisti
Il tanto atteso e più volte rimandato passaggio di Ethereum al sistema di validazione proof of stake è ormai dietro l’angolo: la data prevista è quella di mercoledì 14 settembre. Nonostante le grandi migliorie che i promotori attribuiscono a questa trasformazione il mercato dei derivati indica che gli investitori stanno scommettendo su un flop. Le difficoltà tecniche dell’abbandono del sistema proof of work, del resto, hanno più volte costretto Ethereum a rimandare la svolta dal 2016 a oggi.
Secondo i dati relativi alle aspettative dei trader, citati dall’agenzia Bloomberg, le scommesse al ribasso sull’ether, la criptovaluta nativa di Ehtereum, si sarebbero intensificate nel corso dell’ultimo fine settimana. Lunedì 12 settembre, a due giorni dalla cosiddetta “Fusione” fra la blockchain principale e un altro registro secondario (che funziona con proof of stake) ether ha ceduto fino al 3,7%. Lo scetticismo sull’operazione di rinnovo su Ethereum viene in qualche modo testimoniata anche dalle performance, nettamente più generose, che Bitcoin ha registrato nei sette giorni al 13 settembre: +14,5% contro il +4,8% di Ethereum.
A rappresentare più dettagliatamente quelle che sono le aspettative ribassiste sull’andamento di ether, però, sono i tassi di finanziamento (funding rate), che rappresentano i pagamenti periodici fra i trader che detengono future perpetui sulla criptovaluta. In parole semplici, quando vanno in territorio negativo, significa che l’aspettativa sull’andamento sottostante del contratto future, in questo caso ether, è ribassista. Quando il funding rate è negativo, i trader che detengono posizioni corte, ossia quelli che scommettono sul calo della criptovaluta, ricevono un interesse da quelli che hanno una posizione lunga. In questo momento, ha affermato la società specializzata Kaiko, i funding rate su ether sono i più bassi dal luglio 2021 – a indicare un forte sentiment negativo sull’andamento futuro della criptovaluta creata da Vitalik Buterin.
L’imminente “Fusione” di Ethereum sembra avere un ruolo rilevante in queste aspettative al ribasso, perché sulla principale concorrente nel mercato delle crypto, Bitcoin, non si osserva lo stesso sentiment negativo. Anzi, si nota una crescente divergenza fra i funding rate di ether e Bitcoin – nel momento in cui scriviamo questi ultimi sono a segno più, ovvero indicano un’attesa rialzista da parte dei trader.
Come avevamo raccontato in un precedente articolo, la Fusione di Ethereum permetterebbe di eliminare gli ingenti consumi energetici legati al mining, tagliandoli del 99%. Secondo i promotori di questa evoluzione la nuova Ethereum potrebbe diventare anche più “scalabile” ossia elaborare più operazioni nello stesso lasso di tempo, riducendo i costi di transazione. Il rischio, però, è che si presentino imprevisti e si riduca la fiducia nella più importante Blockchain per quanto riguarda gli smart contract, gli Nft e la finanza decentralizzata.
Le ragioni delle posizioni ribassiste sui funding rate però potrebbero avere ragioni più opportunistiche, e non sarebbero collegate al successo o al flop della Fusione. Come affermato a Bloomberg da Zaheer Ebtikar, portfolio manager presso il crypto hedge fund LedgerPrime, i trader potrebbero aver moderato il rischio delle posizioni lunghe detenute sul mercato spot scommettendo al ribasso sui derivati: in questo modo si andrebbe a ridurre l’effetto di una forte volatilità in seguito all’evento della Fusione.
In vista della Fusione, affermano altri osservatori, i trader potrebbero prepararsi a un evento “sell the news” – l’espressione gergale che indica la vendita di un titolo finanziario quando una ‘buona notizia’ diventa ufficiale, con la relativa presa di beneficio. In questo caso, l’atteso passaggio di Ethereum alla proof of stake costituirebbe un motivo di slancio per la criptovaluta – importante, ma effimero. “Gli investitori nel mercato dei future perpetui”, ha affermato Gabriel Selby, analista di dell’exchange di criptovalute CF Benchmarks (Kraken), “concordano ampiamente sul fatto che la maggior parte dei catalizzatori fondamentali positivi di Ether sono già stati prezzati, con pochi ulteriori rialzi previsti dopo la Fusione”. Questa sarebbe una buona ragione per prepararsi a vendere subito dopo.