La crescita del mercato, sia dalla domanda che dall’offerta
“Alla crescita del mercato concorrono fattori relativi sia alla domanda che all’offerta” spiega Van den Eynde. Nel primo caso, si tratta principalmente di dinamiche demografiche. Dato che circa 9 casi di cancro su 10 si verificano in persone al di sopra di 50 anni di età, con l’invecchiamento della popolazione “la portata della minaccia rappresentata dal cancro aumenterà infatti di pari passo”. Nel secondo, invece, il merito è dell’innovazione. “Come per molti segmenti verticali di determinati settori, anche qui la tecnologia, in quanto segmento orizzontale, sta profondamente plasmando tutti gli aspetti dell’oncologia: dalla ricerca e sviluppo allo screening e al trattamento”. Anche la collaborazione tra diverse professioni spinge la crescita del comparto, “con sempre più ecosistemi sub-nazionali di medici, patologi, diagnosti e specialistici del settore tecnologico che hanno permeato il campo con nuovi strumenti e strategie. Le nuove opportunità di collaborazione stanno anche trasformando le potenzialità delle aziende emergenti, dando loro un volume sufficiente a esternalizzare le attività commerciali, di ricerca e relative ai processi, consentendo quindi a numerosi nuovi operatori di entrare nel mercato” continua Van den Eynde. Da non dimenticare anche l’impatto della ricerca contro il Covid-19, che ha contribuito alla migliore conoscenza di tecnologie sofisticate già utilizzate nelle terapie antitumorali che finora hanno tuttavia compiuto pochi passi avanti, come quella dell’Rna messaggero.
Investire per la lotta contro il cancro: i settori coinvolti
Così, per gli investitori interessati a contribuire alla lotta contro il cancro le opportunità non si limitano a uno specifico sottosettore della sanità. “Sono interessati la farmaceutica, le biotecnologie, le tecnologie mediche e i servizi relativi alla sanità, così come le attrezzature per le scienze della vita” aggiunge Van den Eynde. “Al giorno d’oggi, le esigenze sono infatti enormi: a livello diagnostico, con i test di screening di massa che devono essere più semplici da realizzare e comodi per i pazienti; dal punto di vista del profiling dei tumori, per raggiungere una maggiore comprensione del cancro in ciascun paziente; a livello tecnologico, con strumenti più precisi e in grado di assicurare una radiazione più efficace; e, naturalmente, dal punto di vista dell’offerta di farmaci” afferma Servaas Michielssens, Senior biotechnology analyst di Candriam.
Candriam Equities L Oncology Impact Fund
“La domanda da porsi a questo punto è la seguente: come fare per accedervi? Gli investimenti nell’oncologia sono ancora estranei ai tradizionali canali di investimento” continua Van den Eynde. “Esiste tuttavia un modo di ottenere un’esposizione diretta a questo mercato: è il Candriam Equities L Oncology Impact Fund”, strategia azionaria che investe in società quotate che sviluppano e/o vendono prodotti e servizi per la cura dei tumori e attualmente classificato come Articolo 9 secondo la normativa Sustainable finance disclosure regulation (Sfdr). “Il ventaglio delle parti interessate è oggi così ampio da poter creare un portafoglio ben diversificato, selezionando le azioni il cui valore può trarre potenzialmente vantaggio dai progressi compiuti da un’azienda” aggiunge Michielssens. “L’investimento è inoltre in linea con l’Obiettivo di sviluppo sostenibile numero 3, che stabilisce la necessità di assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età”. Investendo nel fondo, gli investitori potranno inoltre partecipare attivamente alla ricerca per il cancro, finanziando associazioni leader a livello europeo nella lotta contro i tumori: Candriam dona una parte dei ricavi del fondo (massimo 10%) a istituti che lavorano nella ricerca e prevenzione del cancro.
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