Buona parte delle case automobilistiche aveva previsto di abbandonare diesel e benzina entro il 2035 ancor prima della presentazione del pacchetto Fit for 55
Alcuni altri costruttori, però, dovranno anticipare i tempi; altri ancora dovranno annunciare una data precisa per la completa conversione della gamma, perché non l’hanno ancora fatto
Un paio di numeri aiutano a comprendere la portata della trasformazione che attende il mercato per il prossimo decennio. Nei primi sei mesi dell’anno solo il 3,4% delle auto vendute in Italia è completamente elettrica, secondo le elaborazioni Dataforce. E per quanto riguarda le colonnine, in Europa il 70% dei punti di ricarica si concentra i soli tre Paesi: Olanda (66.665), Francia (45.751) e Germania (44.538), ha affermato Acea, l’associazione dei costruttori automobilistici europei.
Anche se la scadenza imposta in modo brutale ai costruttori sembra particolarmente drastica sono già dieci le case che, già prima della proposta della Commissione, avevano preannunciato la fine della produzione dei veicoli a combustione interna, secondo il Bloomberg NEFreport. Per buona parte dei costruttori la scadenza proposta dall’esecutivo Ue si trova entro le tabelle di marcia già annunciate. Per il settore, insomma, adeguarsi è ormai una necessità.
Anche le case un tempo più reticenti sulla transizione all’elettrico si sono dovute adeguare alla volontà politica di combattere l’inquinamento prodotto dai trasporti (che era responsabile del 22% dei gas serra prodotti nel 2017 dall’Ue28). Appena lo scorso maggio l’ad di Stellantis Carlos Tavares, erede di quel Sergio Marchionne che fino all’ultimo si dimostrò scettico sulle qualità dell’elettrico, affermava che questa transizione è “calata dall’alto” in modo “brutale”. A distanza di un paio di mesi anche la multinazionale italo-francese ha tracciato la rotta verso le nuove forme di mobilità.
Quali sono le case che, al momento, sarebbero già allineate ai nuovi vincoli proposti dalla Commissione europea?
I gruppi più pronti
Volkswagen, il nome più pesante per il mercato europeo con una quota di mercato pari al 26% nei primi cinque mesi dell’anno, aveva già annunciato a fine giugno che avrebbe venduto solo auto a batteria a partire proprio dal 2035, quantomeno in Europa. All’interno del medesimo gruppo, Audi arriverà al traguardo ancora prima: nel 2033. Nei prossimi cinque anni il gruppo Volkswagen prevede di investire nell’elettrico 46 miliardi di euro.
L’anno dell’addio è allineato ai limiti di Fit for 55 anche per un altro grosso gruppo automobilistico, che però risulta marginale nel mercato europeo: l’ad di General Motors, Mary Barra, ha annunciato che i motori a combustione interna saranno completamente messi da parte entro il 2035.
Anche per Ford, che in Europa ha una quota di mercato del 5%, i limiti auto imposti rientrano ampiamente in quelli prospettati dall’Ue: tutti i veicoli passeggeri venduti in Europa a partire dal 2030 saranno solo elettrici, aveva dichiarato la società lo scorso febbraio. Quella del 2030 la stessa scadenza annunciata dal marchio di proprietà cinese Volvo, il cui chief technology officer Henrik Green ha definito i veicoli a combustione interna come “senza futuro a lungo termine”.
I marchi che dovranno riformulare il piano
Alcune altre società automobilistiche saranno costrette ad anticipare i propri progetti per la conversione completa della gamma.
Hyundai, quarto gruppo europeo per quota di mercato con il 7,5%, lo scorso dicembre aveva previsto di raggiungere un’offerta di soli veicoli a batteria per il 2040 – cinque anni in ritardo rispetto ai piani della Commissione. Analogo il ritardo che si verificherebbe per Honda.
Un disallineamento si verificherebbe anche per Daimler Mercedes, che aveva previsto la totale conversione all’elettrico per il 2039 – anche se indiscrezioni pubblicate da Automobilwoche indicano che entro luglio dovrebbe essere annunciata un’anticipazione della tabella di marcia al 2030.
Le case che non hanno ancora anticipato l’addio a benzina & co
C’è, infine, una terza categoria di società automobilistiche: quelle che, finora, non hanno ancora indicato una data precisa per il completamento della metamorfosi full-electric. In questo club ci sono alcuni nomi importanti come il secondo gruppo europeo, Stellantis, Bmw e Toyota.
Per quanto riguarda Stellantis, viste le precedenti carenze di Fca, la nuova agenda elettrica appare già ambiziosa. Il 98% dei veicoli proposti in Europa saranno elettrici o ibridi entro il 2025. Opel sarà completamente elettrica entro il 2028; Fiat e Abarth lo saranno già dal 2025. Per il resto dei marchi non ci sono ancora scadenze chiare sull’arrivo della completa conversione a batteria. Discorso a parte lo merita Ferrari, brand esterno a Stellantis, ma ancora collegato alla famiglia Agnelli: la prima vettura elettrica arriverà entro il 2025 – ma non è chiaro il destino cui andranno incontro gloriosi motori a benzina del Cavallino.
Ancor più controversa è la posizione di Bmw. L’ultimo target reso noto dal gruppo tedesco prevede che almeno il 50% delle vendite dovranno provenire da veicoli elettrici o ibridi entro il 2030. Il Ceo Oliver Zipse, tuttavia, avrebbe dichiarato al giornalista Phil LeBeau che la casa non ha in mente di cessare lo sviluppo di nuovi motori a combustione interna, in quanto “la domanda rimarrà forte per molti anni a venire”. Il percorso, invece, è già tracciato per Mini, che diventerà full-electric “dall’inizio del prossimo decennio”.
Meglio posizionata, pur mancando ancora una data di addio definitivo a benzina e diesel è Renault, che prevede di arrivare a una gamma elettrica al 90% entro il 2030.
Incerto, infine, il destino di Toyota. Nonostante il ruolo da protagonista nello sviluppo dell’ibrido la società non sembra convinta di voler puntare su un’unica tecnologia. Da qui al 2025 il gruppo giapponese ha annunciato lo sbarco sul mercato di 15 nuovi veicoli elettrici. Durante il Tokyo Motor Show del 2017 la società aveva preso l’impegno di interrompere la produzione di motori a combustione interna entro il 2040. Toyota, con la sua Mirai, è fra le poche società ad aver puntato anche sulla tecnologia a idrogeno.