Ramenghi: “La forte correzione dei titoli azionari collegati a tecnologie verdi, energie rinnovabili ed efficienza energetica potrebbe offrire nuove opportunità d’ingresso in un trend che, con tutta la probabilità, caratterizzerà questo decennio”
I governi hanno tentato di ridurre l’impatto dell’impennata dei costi energetici su famiglie e imprese. Ma, secondo il chief investment officer, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica rappresentano l’unica risposta strutturale nel lungo termine
L’aumento dei prezzi delle materie prime e le tensioni geopolitiche legate all’
escalation militare in Ucraina rendono la transizione green “ancora più urgente”. Con le energie rinnovabili e l’efficienza energetica che, nelle parole di Matteo Ramenghi (chief investment officer di Ubs wealth management Italy), rappresentano “l’unica risposta di tipo strutturale” nel lungo termine, anche per “diminuire la dipendenza dall’estero e la vulnerabilità” nei confronti di eventi di questo tipo.
“La forte correzione dei titoli azionari collegati a tecnologie verdi, energie rinnovabili ed efficienza energetica potrebbe offrire nuove opportunità d’ingresso in un trend che, con tutta la probabilità, caratterizzerà questo decennio”, spiega Ramenghi. “Anche se il settore delle rinnovabili è legato a contratti di lungo termine che potrebbero limitare nell’immediato i benefici derivanti dagli elevati prezzi dell’energia, sarà sempre più centrale e probabilmente più profittevole grazie agli avanzamenti tecnologici che continuano ad abbassare i costi di produzione”.
E alcune di queste opportunità, aggiunge, sono già visibili. Si parla di
energia pulita,
biocombustibili o
veicoli elettrici. Ma anche, nel medio termine, dell’
idrogeno o dello
smaltimento delle emissioni di anidride carbonica. “Temi d’investimento che hanno guidato le performance dei rispettivi settori durante il 2021 ma, essendo caratterizzati da aspettative di crescita elevate e da un forte contenuto tecnologico, sono stati coinvolti nella correzione che ha colpito la tecnologia e gli altri comparti a maggiore crescita”, ricorda Ramenghi.
Ciononostante, osserva, nell’attuale contesto di incertezza legato alle tensioni geopolitiche e all’inflazione (l’86% degli italiani considera molto o abbastanza probabile un effetto sui prezzi dell’energia paragonabile allo shock petrolifero degli anni ’70, secondo una nuova indagine condotta da Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore) si tratta di “temi coerenti con i desiderata dei principali governi di abbattere le emissioni di Co2, rendersi meno dipendenti dall’estero e, in prospettiva, ridurre i costi energetici”. Motivo per cui, secondo Ramenghi, la recente correzione potrebbe in definitiva “rappresentare un’opportunità”.
Ricordiamo, in questo contesto, che l’Agenzia internazionale per l’energia calcola che per raggiungere l’obiettivo dell’azzeramento delle emissioni di Co2 entro il 2050 saranno necessari investimenti annuali superiori ai 4mila miliardi di dollari. Di cui quasi un terzo in fonti rinnovabili e un quinto in efficienza energetica. Risorse “immense”, conclude Ramenghi, che genereranno opportunità sia per le imprese che per gli stessi investitori finanziari.
Ramenghi: “La forte correzione dei titoli azionari collegati a tecnologie verdi, energie rinnovabili ed efficienza energetica potrebbe offrire nuove opportunità d’ingresso in un trend che, con tutta la probabilità, caratterizzerà questo decennio”I governi hanno tentato di ridurre l’impatto dell’impe…