Nell’ultima settimana le grandi banche americane hanno pubblicato i loro risultati trimestrali. Wealth management e investment banking le divisioni dalla maggiore crescita
In generale le banche di Wall Street hanno dovuto affrontare maggiori costi del personale, per via dei bonus legati alla sovraperformance
Morgan Stanley
Utili: 2,01 dollari per azione contro la stima di 1,91 dollari per azione
Fatturato: 14,52 miliardi di dollari contro la stima di 14,6 miliardi di dollari
Morgan Stanley mercoledì ha riportato profitti migliori del previsto per il quarto trimestre, grazie alle forti entrate derivanti il trading di azioni e costi di retribuzione tenuti sotto controllo, in netto contrasto con le altri grandi banche americane (i costi di Goldman Sachs, per esempio, sono aumentati del 31%). Le entrate di trading di azioni nel trimestre sono aumentate del 13% su base annua a 2,86 miliardi di dollari, circa 400 milioni di dollari in più rispetto ai 2,44 miliardi di dollari stimati da FactSet. Il miglioramento è stato guidato da un aumento delle entrate di prime brokerage e un guadagno di 225 milioni di dollari su un investimento strategico. Le entrate lato wealth management sono aumentate del 10% a 6,25 miliardi di dollari, grazie a commissioni di gestione patrimoniale in aumento e ad una crescita dei prestiti ai clienti. L’investment banking invece è cresciuto del 6% (2,43 miliardi).
Goldman Sachs
Utili: 10,81 dollari per azione contro 11,76 dollari stimati
Fatturato: 12,64 miliardi di dollari contro i 12,08 miliardi di dollari stimati
Trimestrale in chiaro-scuro per Goldman Sachs. L’utile degli ultimi tre mesi dell’anno (3,94 miliardi di dollari) è stato inferiore del 13% rispetto allo stesso periodo del 2020 e sotto le aspettative degli analisti. A pesare sul risultato è stato il rallentamento del trading (300 milioni sotto la stima di 2,43 miliardi di dollari) e, in linea con le altre banche, l’aumento del costo del personale, in quanto la banca ha dovuto pagare di più i dipendenti dopo un altro anno di sovraperformance. Goldman ha detto che le spese operative sono salite del 23% a 7,27 miliardi di dollari nel trimestre, superando la stima di 6,77 miliardi di dollari degli analisti interpellati da FactSet. Bene l’investment banking (+45%) e l’asset management entrambi sopra le stime degli analisti.
JP Morgan
Utile: 3,33 dollari per azione, contro la stima di 3,01 dollari, secondo Refinitiv.
Fatturato: 30,35 miliardi di dollari, contro la stima di 29,9 miliardi di dollari.
Le spese più alte del previsto hanno comportato un calo del 14% dell’utile del quarto trimestre a 10,4 miliardi di dollari, mentre le entrate sono rimaste pressoché invariate a 30,35 miliardi di dollari. JPMorgan nel suo comunicato ha affermato inoltre di avere ottenuto un beneficio di 1,8 miliardi di dollari dal rilascio di riserve per perdite su prestiti che non si sono mai materializzate; senza quella spinta di 47 centesimi per azione, i guadagni sarebbero stati a soli 2,86 dollari per azione. Il cfo Jeremy Barnum ha detto ai giornalisti in una conference call che l’amministrazione si aspetta che “i venti contrari” delle spese più alte e la moderazione delle entrate di Wall Street causino un calo dei rendimenti dell’azienda rispetto agli ultimi anni. Ciò significa che è probabile che la banca mancherà l’obiettivo del 17% dell’azienda per il ritorno sul capitale, ha detto Barnum. Le azioni della banca sono scese del 6,2%.
Bank of America
Utili: 82 centesimi per azione contro la stima di 76 centesimi stimati per azione
Fatturato: 22,17 miliardi di dollari contro i 22,2 miliardi di dollari stimati
La seconda banca più grande degli Stati Uniti per attivo nel quarto trimestre ha riportato un utile in aumento del 28% a 7 miliardi di dollari (0,82 centesimi per azione) battendo le aspettative degli analisti. Il fatturato seppur in crescita del 10% invece è stato leggermente inferiore a quanto ci attendeva. Gli utili sono stati guidati dalla divisione wealth management, le cui entrate sono state da record, grazie all’aumento delle commissioni: 5,4 miliardi di dollari, in crescita del 16%. L’investment banking ha fatto ancora meglio, crescendo del 26% ad un record di 2,4 miliardi di dollari. Infine il trading è stato in linea con le aspettative, con entrate su del 3% a 1,4 miliardi di dollari.
Wells Fargo
Utile: 1,25 dollari per azione sopra la stima di consenso di 1,13 dollari
Fatturato: 20,85 miliardi di dollari, superando la stima di consenso di 18,82 miliardi
Wells Fargo nell’ultimo trimestre ha messo a segno profitti da record. L’utile netto nel giro di un anno è cresciuto del 86% passando da 3,09 miliardi a 5,75 miliardi. I risultati sono stati sostenuti da un rilascio di riserve per 875 milioni di dollari che la banca aveva messo da parte durante la pandemia per salvaguardarsi da perdite diffuse sui prestiti. “Mentre l’economia ha continuato a riprendersi, abbiamo visto un aumento della spesa dei consumatori, maggiori commissioni di investment banking, maggiori commissioni basate sul patrimonio nella nostra attività di Wealth and Investment Management, e forti guadagni azionari nelle nostre attività affiliate di venture capital e private equity”, ha detto il ceo di Wells Fargo Charlie Scharf in una dichiarazione. Le azioni della banca sono salite del 3,7% dopo l’annuncio dei guadagni.
Citigroup
Utile: 1,46 dollari contro 1,38 dollari stimati da Refinitiv
Fatturato: 17 miliardi di dollari contro i 16,75 miliardi previsti
L’utile netto di Citigroup è sceso del 26% a 3,2 miliardi di dollari nel quarto trimestre 2021. Citigroup ha citato un aumento delle spese come causa del forte calo, aggiungendo che i risultati includono un “impatto pre-tasse” di circa 1,2 miliardi di dollari relativi alla vendita delle sue attività bancarie di consumo in Asia. Le spese operative si sono attestate a 13,5 miliardi di dollari, in crescita del 18%. L’attività globale di consumer banking della società ha visto un calo delle entrate del 6% anno su anno a 6,94 miliardi di dollari. All’interno della regione del Nord America, le entrate di Citigroup sono inoltre scese del 6% a 4,4 miliardi di dollari a causa del calo delle vendite delle carte a marchio Citi e dei servizi al dettaglio. In Asia, le entrate sono scese del 9%, mentre le vendite in America Latina sono diminuite del 4%.