I sostegni alle imprese e alle famiglie introdotti dai vari Stati, unitamente al buon andamento delle campagne vaccinali, sono stati essenziali, e tuttora lo sono, per la ripartenza dell’economia. Nei paesi in cui le misure di contenimento sono allentate o dove i tassi di contagio sono rimasti bassi, la spesa dei consumatori è salita e, con essa, la crescita economica
Non tutti gli Stati riusciranno a recuperare dalla crisi allo stesso modo. Sono necessari investimenti pubblici e riforme strutturali, anche fiscali, per rafforzare la resilienza delle economie nazionali e migliorare le prospettive di una crescita sostenibile ed equa
La ripresa rimane però molto irregolare, tanto tra Paesi, quanto tra settori economici.
I settori che sembrano aver maggiormente sofferto sono quelli che ruotano attorno alla produzione di automobili, quelli dei semiconduttori e quelli della logistica. In particolare, infatti, il comparto delle spedizioni e dei trasporti ha sofferto di numerosi ritardi nelle consegne dei prodotti, dovuti alle misure restrittive applicate al commercio e al transito dagli Stati.
Con riferimento agli Stati, invece, l’Ocse ritiene che non tutte le nazioni riusciranno a reagire alla crisi allo stesso modo, e non tutte le giurisdizioni riusciranno a garantire un ritorno ai livelli di produzione, consumo e occupazione, pre-pandemia in tempi rapidi.
Ciò è vero per i mercati emergenti e per le economie in via di sviluppo, dove i tassi di vaccinazione sono bassi, ma anche per le maggiori potenze economiche. Divari nella crescita, infatti, sia in quella raggiunta che attesa, si possono individuare anche tra Europa e Usa: se, ad esempio, in Europa l’occupazione è stata ampiamente preservata, non si può dire lo stesso degli Stati Uniti, dove l’occupazione rimane attualmente inferiore al periodo pre-pandemico.
Per sostenere nel tempo questi impulsi di ripresa, però, è opportuno investire su politiche fiscali lungimiranti, idonee in prima battuta a ottimizzare la riscossione delle entrate per riorientare la spesa verso le priorità sanitarie e sociali, in secondo luogo a ridurre i fenomeni di evasione e recuperare a gettito le risorse economiche sommerse; infine a strutturare quadri di bilancio attendibili, che diano indicazioni chiare sul percorso da seguire per rendere più sostenibile il debito e aumentare la fiducia degli investitori.
Per l’Europa e, dunque per l’Italia, è un ottimo momento. I numerosi fondi che verranno erogati, sotto forma di prestiti dall’Ue ai vari Stati consentiranno alle nazioni di sostenere la ripresa, finanziando infrastrutture e opere pubbliche, agevolando le imprese nel loro processo di trasformazione digitale e green.