Unicredit cavalca con entusiasmo la decisione di anticipare una parte del buyback previsto per il 2023, con una tranche di riacquisto da 2,5 miliardi di euro. Il titolo quotato a Piazza Affari ha toccato un massimo di giornata a 23,21 euro grazie a un balzo superiore al 5%, che proietta Gae Aulenti a ridosso dei massimi da inizio anno (23,30 euro). Con una performance vicina al 74%, al 20 settembre, Unicredit riprende così il comando fra le migliori azioni di Piazza Affari da inizio anno – che due settimane fa era passato a Leonardo. In chiusura il titolo ha messo a segno un +4,74% a 23,10 euro.
Complessivamente, la distribuzione totale per il 2023 sarà pari almeno a 6,5 miliardi di euro, in aumento dai 5,25 del 2022, con un rendimento totale di oltre il 16%.
Unicredit continua, dunque, la politica di forte remunerazione degli azionisti voluta dall’ad Andrea Orcel, scelta che ha contribuito al recupero di Borsa auspicato con la gestione dell’ex manager di Ubs. L’anticipo del buyback “ce lo possiamo permettere”, ha dichiarato Orcel, intervenuto alla 28esima Bank of America financials ceo conference. I livelli di capitale elevati e la qualità dei crediti della banca superiore alla media italiana ed europea sono le premesse di questa decisione gradita agli investitori che, tuttavia, testimonia anche la preferenza verso un utilizzo della liquidità diverso da quello sperato dalle istituzioni, che continuano a vedere in Unicredit il partner ideale per l’assorbimento di Mps.
M&A di Unicredit: solo “bolt-on”
“C’è molto rumore sulle acquisizioni ed è ragionevole perché effettivamente guardiamo a molte cose, ma se i termini non sono giusti non ci muoveremo”, ha affermato Orcel, “tra un’operazione di M&A con rischio di esecuzione e la distribuzione di capitale ai soci al momento, sfortunatamente o fortunatamente, la scelta è ovvia”, ed è per la seconda opzione. A gradire meno questa decisione è probabilmente la Banca d’Italia, che assieme al Mef è da tempo alla ricerca di una via di uscita per la proprietà di Monte dei Paschi, che continua a non scaldare il cuore di Unicredit – perlomeno alle condizioni che il governo sarebbe disposto ad offrire.
Se sei parla di acquisizioni, è fuori dall’Italia che Unicredit starebbe guardando: “Spero che con le incertezze e l’andamento del ciclo economico a un certo punto si aprirà l’opportunità di fare piccole acquisizioni aggiuntive nei mercati core”, ha dichiarato Orcel nel corso della conferenza, “in particolare nel Centro Est Europa”.
Per quanto riguarda le strategie sulla remunerazione dei conti correnti, Orcel ha reiterato la linea per la quale Unicredit non sarà fra le prime banche ad adeguare i rendimenti all’aumento dei tassi: “I conti correnti sono un servizio che si usa per pagare le bollette e fare un sacco di altre cose… se un cliente vuole che i suoi soldi siano remunerati deve investire i soldi spostandoli dal conto corrente”. Unicredit non sembra temere, per ora, che che il cliente possa spostarsi sul conto corrente di un’altra banca che offra interessi – anche se le alternative cominciano a farsi vedere.
Mediobanca, rinnovo dei vertici al vaglio del Cda
Sotto i riflettori dei mercati c’è anche il titolo Mediobanca, che nella seduta di giovedì 20 settembre ha aggiornato i massimi da inizio anno a 12,43 euro, nonché il livello più alto per il titolo di Piazzetta Cuccia dal maggio 2008. La seduta è stata dominata dall’attesa sul Cda, chiamato a esprimersi sulle 12 personalità proposte dal comitato nomine per il rinnovo dei vertici, una lista che non include alcun nome proveniente dalla holding Delfin della famiglia Del Vecchio né del gruppo Caltagirone, che controllano rispettivamente il 19,8 e il 9,8% del capitale. In aperta opposizione alle richieste di discontinuità di Delfin e Caltagirone, i nomi proposti sono nel segno della continuità, a partire dai ruoli di ceo, presidente e dg, per i quali sono candidati al rinnovo Alberto Nagel, Renato Pagliaro e Saverio Vinci.
Seduta positiva anche per molti altri nomi del comparto bancario Italiano, a partire da Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e Bper Banca, fra i migliori titoli a Piazza Affari con rialzi superiori al 2%.