Le società dovrebbero adottare una serie di misure per raggiungere entro il 2027 la quota del 40% di donne tra gli amministratori senza incarichi esecutivi oppure il 33% tra tutti i membri del consiglio di amministrazione
I Ventisette dovranno garantire a loro volta che, nella scelta tra candidati con pari qualifiche in termini di idoneità, competenze e rendimento professionale, le società diano priorità al candidato del sesso sottorappresentato
Cosa prevede la direttiva
Stando a quanto precisato in una nota ufficiale, laddove la direttiva passasse il vaglio del Parlamento europeo, le società dovranno adottare una serie di misure per raggiungere entro il 2027 la quota del 40% di donne tra gli amministratori senza incarichi esecutivi oppure il 33% tra tutti i membri del consiglio di amministrazione. Qualora tale obiettivo non venisse raggiunto, dovranno provvedere a nominare o eleggere nuovi amministratori “applicando criteri chiari, univoci e formulati in modo neutro”. Inoltre, i Ventisette dovranno garantire a loro volta “che nella scelta tra candidati con pari qualifiche in termini di idoneità, competenze e rendimento professionale, le società diano priorità al candidato del sesso sottorappresentato”, spiega il Consiglio.
I numeri della parità di genere
Ricordiamo, nei dati raccolti dal Consiglio dell’Unione europea, che al 2021 il 30,6% dei consigli di amministrazione era al femminile. Ma le donne rappresentavano appena l’8,5% dei presidenti. Eppure, il 60% dei nuovi laureati in Ue sono donne e gli Stati che hanno messo a terra iniziative sul fronte della parità di genere sono stati in grado maggiormente di avanzare in tal senso rispetto a quelli che non prevedono alcun tipo di intervento: guardando all’Italia, per esempio, le ultime evidenze della Consob al 15 ottobre 2021 mostrano una presenza femminile negli organi di amministrazione e controllo delle società quotate al 40,8%.