Il 41% degli albergatori vorrebbe valutare una proposta d’acquisto interessante per il suo albergo
Le transazioni previste sono fattibili se ci si accorda coi venditori su una riduzione del prezzo tra il 15 e il 25%
La situazione è più complessa per gli albergatori: a fronte di un 46% di intervistati che hanno risposto di volere aprire il prima possibile, un 10% ha detto non aprirà più e che valuta l’idea di vendere la propria struttura. Una quota del 41% invece vorrebbe valutare una proposta d’acquisto interessante per il suo albergo, mentre il 37% non intende espandersi in questo momento.
Ovviamente, è sempre necessario arrivare a un accordo tra il prezzo offerto e quello richiesto. Secondo Lorenzo Baroni, founding partner di Silver Fir Capital, gestore di investimenti in ambito real estate, le transazioni previste sono fattibili se ci si accorda coi venditori su una riduzione del prezzo tra il 15 e il 25%. “Questo perché – ha dichiarato – oltre che l’impatto di un incremento dei rischi a cui sono esposti gli investimenti, anche noi subiamo un impatto sulla nostra capacità di acquisto derivante dalla diversa disponibilità della finanza per debito sia in termini di ammontare sia di costo”.
Di opinione simile, Matteo Mantovani, director dell’asset manager di Currie & Brown. “La situazione è molto fluida. Abbiamo avuto una brusca frenata sugli investimenti in fase iniziale, il che ha significato fermare progetti e andare a rinegoziare”, ha spiegato Mantovani, aggiungendo che la crisi di fiducia si è trasformata in una crisi economico finanziaria, ma che loro vogliono restare positivi. “Sugli asset relativamente piccoli c’è ancora richiesta, ma occorre ridurre il rischio tramite due diligence più approfondite e mirate”, ha concluso il director dell’asset manager di Currie & Brown.