Una delle versioni più celebri della Venere e Adone di Tiziano – tra le opere più apprezzate del maestro rinascimentale che ha adornato per secoli le grandi collezioni reali e nobiliari e europee ed oggi presenti nelle collezioni delle più illustri istituzioni pubbliche del mondo – sarà messa all’incanto il prossimo 7 dicembre a Londra da Sotheby’s. Si tratta di un evento storico: è certamente infatti la più importante opera dell’artista veneziano ad essere offerta all’asta in questo secolo. Stima tra gli 8 e i 12 milioni di sterline.
Venere e Adone di Tiziano
Sebbene Tiziano abbia esplorato il tema di Venere e Adone a partire dagli anni Venti del Quattrocento, la versione che andrà in asta da Sotheby’s si riferisce soprattutto al celebre quadro, dipinto per Filippo d’Asburgo, poi re Filippo II di Spagna (1527-1598) e oggi conservato nella collezione del Museo Nacional del Prado, a Madrid. La Venere e Adone di Filippo faceva parte di una serie di sei dipinti commissionati a Tiziano e ispirati al poema di Ovidio Metamorfosi. Conosciuto come “poesie”, il ciclo di opere – eseguite nell’arco di undici anni – si colloca insieme tra i più grandi risultati della carriera di Tiziano.
Nonostante all’epoca suscitasse qualche perplessità (anche da parte dell’ambasciatore spagnolo a Venezia) per il fatto che Venere e Adone fosse “troppo lascivo”, il progetto di Tiziano attirò una grande fama e fece scaturire numerose commissioni; ogni rappresentazione dimostrava l’estro caratteristico di Tiziano nel reinventare i motivi, in varie forme, ognuna diversa per dimensioni e dettagli. Oggi ne sopravvivono una dozzina di versioni, più della metà delle quali sono conservate in importanti collezioni pubbliche al Prado, al J. Paul Getty Museum di Los Angeles, al National Gallery di Londra, al National Gallery of Art di Washington e al Metropolitan Museum of Art di New York.
Proprietari illustri
Questa versione che andrà in asta appartenne ad Eugenio di Savoia (1663-1736), generale e statista dell’Austria imperiale. Cresciuto alla corte di Luigi XIV, il principe Eugenio divenne uno dei comandanti militari di maggior successo dell’epoca e accumulò una spettacolare collezione d’arte, intensificando i suoi sforzi negli anni ’10 del XVII secolo per acquistare i quadri che sarebbero stati ospitati un decennio più tardi nel suo spettacolare palazzo del Belvedere Superiore, una volta completato. È probabile che abbia acquistato Venere e Adone in questo periodo e che il quadro sia entrato a far parte della sua collezione nel 1720. Un altro importante ex proprietario fu Benjamin West (1738-1820). Presidente della Royal Academy e pittore ufficiale della storia di Giorgio III, West attinse alla Venere e Adone come fonte di ispirazione per il proprio lavoro ed è anche registrato come autore di una copia del dipinto stesso. Nuove ricerche hanno inoltre stabilito il percorso del dipinto attraverso la Germania della metà del XX secolo, dalla collezione di Maximilian von Heyl zu Herrnsheim (1844-1925) a Darmstadt, quasi certamente entro il 1904, fino al 1966. Non è invece ancora chiara l’identità del proprietario originale del dipinto, anche se un possibile candidato potrebbe essere Antoine Perrenot de Granvelle (1517 – 1586), uno dei più influenti uomini di Stato del suo tempo, che sappiamo averne commissionato una versione dopo il 1554.