I videogame più “antichi” vengono scambiati fra collezionisti a cifre compatibili con quelle del mercato dell’arte. E lo scettro del blue chip va al simpatico idraulico di origini italiane
Archeologia del pixel. Eppure una fetta non irrisoria di collezionisti è disposta a sborsare cifre da capogiro, pur di accaparrarsene qualche esemplare: 114.000 dollari nel luglio 2020, poi 156.000, poi 660.000, 1,56 milioni; infine due milioni a luglio 2021. È la cavalcata delle quotazioni “dell’antico” (qui si parla delle edizioni 1985) videogioco Super Mario Bros.
Ne sa qualcosa Rally – Alternative Asset Investment, una piattaforma che compra e vende quote di beni da collezione. Aveva iniziato con le auto di lusso, per poi ampliare il suo business anche con
fumetti e libri rari. Il debutto di Rally nel mondo dei videogame è avvenuto ad aprile 2021, con l’acquisto di un Super Mario a 140.000 dollari, poi diviso in 3000 quote da 50 dollari ciascuna. Un investimento indovinato, se è vero (come è vero) che poi il giochino è stato venduto a due milioni di dollari.
In generale, nei primi tre mesi della pandemia le vendite di videogiochi su eBay sono aumentate del 110 per cento. Numero che arriva al 330 per cento considerando le vendite di prodotti certificati e classificati per condizioni (in questo caso il periodo va dal febbraio 2020 al giugno 2021. I dati sono sempre eBay). Quello che stupisce nel caso di Super Mario è il superamento in così breve tempo della soglia psicologica del milione di euro nelle quotazioni, non riscontrabile in prodotti analoghi. Le figurine del baseball hanno raggiunto quel prezzo nel 2000, per una card (T206 Honus Wagner) vecchia 91 anni. Ancora, il primo fumetto (si trattava di Superman) a superare il milione di dollari aveva 72 anni (era il 2010 e la copia di Action Comics in asta risaliva al 1938).
Quanto può essere allora sostenibile il mercato? Risponde ad Artnet Valerie McLeckie, specialista in videogiochi da Heritage Auctions: «Sono molto fiduciosa in questo mercato. I videogame sono fra i beni più consumati oggigiorno. Non credo che si tratti di una bolla». I trend e i risultati. D’asta lo confermano, ma ad ogni asset class è sempre associato un certo grado di rischio, specie se si tratta di novità.
Archeologia del pixel. Eppure una fetta non irrisoria di collezionisti è disposta a sborsare cifre da capogiro, pur di accaparrarsene qualche esemplare: 114.000 dollari nel luglio 2020, poi 156.000, poi 660.000, 1,56 milioni; infine due milioni a luglio 2021. È la cavalcata delle quotazioni “dell’an…
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