I dati sull’inflazione statunitense, più caldi del previsto, hanno dato uno scossone ai mercati, con Wall Street che ha messo a segno la peggiore seduta dal giugno 2022. I timori che la Fed attuerà un aumento dei tassi ancora più aggressivo hanno attraversato, tempo di una notte, sia l’Atlantico che il Pacifico. Tutte le borse europee e asiatiche hanno aperto in territorio negativo.
L’inflazione non si ferma
Lo Stoxx Europe 600 è sceso dello 0,4%, estendendo le perdite della sessione precedente. Anche il FTSE 100 è scivolato dello 0,5%, anche se i dati sull’inflazione britannica di agosto sono risultati più freddi del previsto. Nei mercati asiatici, l’indice Hang Seng di Hong Kong ha perso il 2,4%, mentre il Topix giapponese è sceso del 2%. Questi cali sono arrivati dopo che l’indice S&P 500 degli Stati Uniti ha registrato il calo più forte dai primi giorni della pandemia, crollando del 4,3% martedì, sulla scia di una lettura dell’inflazione di agosto superiore alle previsioni. I prezzi al consumo nella più grande economia del mondo sono aumentati dello 0,1% ad agosto rispetto al mese precedente, secondo i dati ufficiali, rispetto alle aspettative di un calo dello 0,1%. Il tasso annuo si è attestato all’8,3%, in calo rispetto al dato di luglio dell’8,5% ma superiore alle stime degli economisti dell’8,1%.
Europa ancora al ribasso?
Dal sondaggio mensile condotto da Bofa tra i gestori di fondi, emerge come il sentiment circa i mercati europei non sia dei migliori, con gli investitori che si preparano a un ulteriore sell-off delle azioni europee. O al meno è così che si aspetta il 53% dei partecipanti al sondaggio, percentuale in rialzo rispetto al 38% del mese scorso, e quasi un terzo di questi prevede un ulteriore ribasso di oltre il 10%. Il motivo principale? La contrazione degli utili. Il 92% prevede infatti un ribasso degli eps europei in risposta al rallentamento della crescita e alle maggiori pressioni sui margini. Il 42% dichiara di sottopesare le azioni europee in un contesto globale, il maggior sottopeso mai registrato da quando Bofa fa questo sondaggio (1999).
Pessimisti sui ciclici, ottimisti su qualità ed energia
Per quanto riguarda l’analisi settoriale europea, il 50% degli investitori intervistati da Bofa prevede che i ciclici continueranno a sottoperformare i difensivi (rispetto al 37% del mese scorso), mentre solo il 13% pensa che possano sovraperformare. L’84% ritiene che i titoli di alta qualità supereranno quelli di bassa qualità. L’energia rimane il settore preferito dagli investitori con un ampio margine, anche se il posizionamento nella maggior parte dei settori ciclici ha subito una battuta d’arresto, con l’automotive che è ora il principale sottopeso di consenso e gli industriali e le banche che sono passati da sovrappeso a sottopeso. Il 50% dei partecipanti ritiene che le banche siano messe a dura prova dal rallentamento della crescita, dal calo dei rendimenti obbligazionari e dall’aumento degli spread creditizi, mentre il 26% le considera interessanti per posizionarsi in vista di un aumento dei tassi d’interesse nonostante il rallentamento della crescita. La Svizzera è ora il mercato azionario preferito in Europa, subito prima del Regno Unito, mentre l’Italia e la Germania rimangono i meno preferiti.