Il Financial Times ha analizzato quali sono state le cause di tutti i precedenti boom e crolli del Bitcoin
“Il Bitcoin è l’asset più speculativo del pianeta, forse addirittura il più speculativo di tutti i tempi” ha affermato Katie Martin, autrice della rubrica Long View del Ft
Negli ultimi sei mesi il valore del Bitcoin è crollato di oltre il 50%, ma i possessori della criptovaluta non sono nuovi alla volatilità che caratterizza la regina delle valute digitali Il Financial Times, in una sua recente analisi, ha evidenziato tutti i precedenti boom e crolli del bitcoin per capire se la storia si sta ripetendo.
Il boom e la crisi giapponese (da aprile 2017 a marzo 2018)
Prima del 2017, il bitcoin era scambiato a meno di 1.000 dollari. Ma il giorno di Capodanno del 2017 la criptovaluta ha superato il livello di 1.000 dollari e prima della fine dell’anno si è impennata fino a sfiorare i 20.000 dollari. Il boom è stato innescato da un’ondata di interesse, prima in Giappone e poi in Corea del Sud. I piccoli investitori hanno iniziato a scommettere sul bitcoin, attirati dalle pubblicità televisive in prima serata e dai cartelloni pubblicitari che promettevano rendimenti elevati. Dopo che il Giappone ha autorizzato il trading su 11 borse di criptovalute nell’aprile 2017, il Paese ha rappresentato circa il 40% dell’attività di trading giornaliera a livello mondiale. All’inizio del 2018, tuttavia le cosiddette “whales” del bitcoin, i maggiori detentori della criptovaluta, hanno iniziato a incassare per approfittare dei prezzi elevati. L’umore si è poi inasprito quando la borsa giapponese Coincheck è stata violata, perdendo 530 milioni di dollari di XEM, un’altra popolare criptovaluta, il che ha sollevato preoccupazioni circa la sicurezza della detenzione di valute digitali.
Il primo inverno del bitcoin (da marzo 2018 a maggio 2019)
Tra marzo 2018 e maggio 2019, il Bitcoin è tornato a scambiare al di sotto dei 10.000 dollari, mentre critici e autorità di regolamentazione esprimevano i loro dubbi, a causa dei timori di frodi, crimini finanziari e altri rischi reputazionali. Inoltre, il sell-off di inizio 2018 da parte delle balene del bitcoin ha portato a preoccuparsi dell’influenza che i grandi conti avevano sul prezzo della criptovaluta. Nell’aprile 2018, circa 1.600 portafogli di bitcoin detenevano quasi un terzo di tutti i bitcoin disponibili. Di questi, 100 portafogli contenevano oltre 10.000 bitcoin. L’inverno della regina delle criptovalute si è inasprito in seguito con la creazione di nuove versioni di bitcoin, il che ha mandato il prezzo del bitcoin al livello più basso dall’inizio del 2017. A giugno una svolta inaspettata: Facebook ha svelato i piani per Libra, la propria valuta digitale, il che ha aumentato la fiducia nella sostenibilità del bitcoin.
Il boom della pandemia (da ottobre 2020 ad aprile 2021)
Dopo lo shock iniziale della pandemia, il bitcoin ha iniziato a guadagnare terreno dopo che PayPal ha annunciato che avrebbe iniziato a consentire agli utenti di detenere criptovalute. Reclusi in casa e con le tasche piene per via degli assegni da parte del governo, gli investitori retail iniziato a scommettere sull’ascesa del bitcoin. In sei mesi, la criptovaluta è passata da meno di 12.000 dollari a oltre 63.000 dollari. L’impennata ha attirato l’attenzione anche degli investitori istituzionali e l’entusiasmo ha raggiunto l’apice con l’offerta pubblica iniziale di Coinbase, il più grande exchange di criptovalute, che ha esordito in borsa con una valutazione di quasi 76 miliardi di dollari sul Nasdaq nell’aprile 2021. Anche in questo caso il boom non è durato a lungo. Nel settembre 2021 la Cina ha vietato il crypto mining, gli Stati Uniti e l’Europa hanno nuovamente sollevato l’esigenza di una regolamentazione. Infine, i day trader si sono lasciati prendere dalla frenesia dei titoli meme, molti dei quali hanno incassato i loro bitcoin per giocare sui mercati azionari, e sono stati sollevati altri timori, anche da Elon Musk, sul costo ambientale dell’estrazione di criptovalute. Alla fine di luglio il Bitcoin è sceso al di sotto dei 30.000 dollari.
I mercati trascinano giù il Bitcoin (da luglio 2021 a oggi)
Inizialmente i fan del Bitcoin insistevano sul fatto che fosse una copertura contro l’inflazione e immune alle oscillazioni degli altri mercati. Si sono dovuti ricredere. Dopo avere toccato il suo massimo storico (69 mila dollari) ad ottobre, dopo che è stato lanciato il primo etf ad esso dedicato, il bitcoin ha seguito il ribasso dei mercati finanziari. L’inflazione e l’aumento dei tassi ha fatto capitombolare la valuta digitale e a giugno ha registrato la sua peggior settimana dal 2020.
E adesso?
I precedenti boom del Bitcoin sono stati tutti alimentati da piccoli investitori che si sono precipitati sul mercato, sperando di ottenere un notevole profitto in breve tempo. I successivi crolli sono avvenuti quando le autorità di regolamentazione, il mercato e le preoccupazioni sui rischi del settore hanno spinto i possessori di bitcoin a ritirarsi. Queste tendenze sembrano destinate a continuare. Come ha affermato Katie Martin, autrice della rubrica Long View del FT, il bitcoin è “l’asset più speculativo del pianeta, forse addirittura il più speculativo di tutti i tempi”.