Una parte dei fondi a disposizione (1,020 miliardi di euro, pari a circa il 24% del totale stanziato per il Pnrr Cultura) sarà dedicata all’attrattività dei borghi; il progetto verrà gestito dal servizio V del segretariato generale con il supporto della Cassa depositi e prestiti (Cdp).
Il piano è suddiviso in due linee:
1. linea A: dedicata ai progetti “pilota”;
2. linea B: riservata ai progetti di “rigenerazione culturale e sociale”.
Alla prima linea (“A”) sono stati assegnati 420 milioni, suddivisi tra i 21 progetti (ognuna delle 19 regioni e le 2 provincie autonome dovranno individuare un borgo) per una media di 20milioni per borgo prescelto.
Ogni regione (e le due province autonome) dovranno individuare, in accordo con i comuni, un borgo suscettibile di finanziamento che abbia le seguenti caratteristiche:
- essere soggetto allo “spopolamento”;
- non avere più di 300 unità abitative;
Il ministero della Cultura ha previsto che i progetti presentati dovranno includere la proposta di insediamento di nuove funzioni, infrastrutture e servizi nel campo della cultura, del turismo, del sociale o della ricerca, che possono essere sintetizzate come segue:
- creazione di scuole o accademie di arti e di mestieri della cultura;
- apertura di alberghi “diffusi”;
- apertura di residenze d’artista, di centri di ricerca e campus universitari;
- apertura di Rsa con sviluppo di programmi culturali;
- apertura di residenze per famiglie con lavoratori in “smart working” e “nomadi digitali”.
Il ministero ha stabilito che le proposte di cui alla “linea A” dovranno essere presentate entro il 15 marzo 2022 (le regioni Lombardia e Puglia richiedono agli Enti interessati di presentare in anticipo la proposta).
Passando ad analizzare la seconda linea (“B”) si evidenzia che l’intervento del ministero della Cultura prevede la distribuzione di minori risorse per ciascun comune.
La somma destinata a tale intervento (come da modifica dell’art. 15 dell’avviso pubblicato in data 20 dicembre 2021) è pari a 580 milioni (di cui il 60% ai comuni del Nord Italia e il 40% ai comuni del Mezzogiorno), che verranno, così, ripartiti:
- 380 milioni tra 229 borghi (1,6 milioni ciascuno, con importo aumentato del 30% qualora ciascun borgo si presenti in forma aggregata );
- 200milioni destinati a imprese “non profit”, “profit” di natura commerciale – artigianale – culturale a patto che siano localizzate nei borghi prescelti o che in essi vogliano aprire una sede.
I comuni interessati ad accedere alle risorse di cui alla “linea B” dovranno presentare progetti di “rigenerazione” e non di semplice “ristrutturazione”, come esplicitamente indicato nel bando.
L’avviso, inoltre, dà estrema rilevanza anche al fatto che il progetto di rigenerazione possa essere presentato anche da soggetti privati, previa selezione, in cooperazione pubblico – privato.
Infine si segnala che il sito Italia Domani, dedicato al Pnrr, riporta il seguente elenco dei benefici del sostegno:
- recupero e valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale, salvaguardando l’identità dei luoghi e il valore dei paesaggi storici con la creazione del “Piano nazionale borghi”;
- riorganizzazione delle piccole infrastrutture e delle attività culturali;
- riqualificazione degli spazi pubblici per rimuovere le barriere che precludono l’accesso alle persone con disabilità”;
- miglioramento del coordinamento e della gestione dei servizi culturali promuovendo la creazione di reti, l’utilizzo della tecnologia e nuovi itinerari tematici, percorsi storici e visite guidate;
- sostegno finanziario per le attività commerciali e culturali che valorizzano i prodotti, i saperi e le tecniche del territorio.