Il Piano è diviso in 16 “componenti” che vengono raggruppate da 6 “missioni”.
Tra queste quelle più interessanti per le pmi sono, così, riassumibili:
- la missione “digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”;
- la missione di “transizione ecologica”;
- la missione relativa alla “ricerca”;
Le riforme coprono un arco temporale compreso tra il 2021 e il 2026; in ogni anno sono state individuate le categorie per le quali si rende necessario il raggiungimento dell’obiettivo. Sempre nell’ambito delle pmi, si reputa interessante ricordare gli obiettivi suddivisi per anno:
2021:
- riforma fiscale;
- riforma giustizia tributaria;
- incentivazione alle Imprese;
- revisione norme anticorruzione;
- semplificazione delle transazioni di import / export
2022:
- strategia per l’economia circolare;
- lotta al lavoro sommerso.
2023:
- riforma della proprietà industriale.
La riforma della giustizia tributaria si riferisce a modifiche tendenti a favorire la “tutela del contradditorio” e la “parità delle parti”, favorendo l’istituzione e l’utilizzo di strumenti conciliativi.
Per le imprese e i lavoratori sono in programmazione anche riforme relative agli “ammortizzatori sociali” e alle “politiche attive del lavoro e formazione”.
Fondi ingenti sono previsti anche per la promozione all’estero dei prodotti delle diverse filiere se richiesti da associazioni rappresentative delle diverse categorie produttive; consorzi di tutela e altri organismi che si occupano della promozione all’estero.
Le spese finanziabili si riferiscono alla partecipazione a fiere e saloni internazionali (e alla partecipazione a eventi collaterali), all’organizzazione di incontri bilaterali con associazioni estere, all’organizzazione di seminari, in Italia e all’estero, con operatori esteri, alle azioni di promozione e comunicazione e alla creazione di “comunità virtuali” a supporto dei vari marchii.
Per le pmi saranno a disposizione fondi anche per:
- supportare la transizione digitale;
- aumentare gli investimenti nel settore della microelettronica;
- sviluppare la rete 5G;
- promuovere l’internazionalizzazione;
- rafforzare le filiere produttive;
- l’introduzione di nuovi crediti di imposta per investimenti in:
o beni strumentali immateriali e materiali 4.0;
o beni immateriali standard quali, a esempio i software gestionali;
o attività di ricerca, sviluppo e innovazione;
o attività inerenti la formazione, digitalizzazione e sviluppo delle competenze inerenti.
Le risorse del Pnrr sono a disposizione anche del settore agricolo e delle pmi dedite allo sviluppo dell’economia circolare. In particolare sono previsti fondi a sostegno dello sviluppo di filiere agroalimentari sostenibili e per lo sviluppo di progetti integrati (circolarità, mobilità, sfruttamento di fonti rinnovabili).
Altre risorse a disposizione sono quelle per le imprese che investiranno in energie rinnovabili, idrogeno, sviluppo della mobilità sostenibile, nel campo dell’efficientamento energetico e della mobilità sostenibile.
Importanti, infine, sono anche le forme di finanziamento inerenti al comparto R&S. Sono sostenibili, infatti, gli investimenti che mirano a promuovere l’innovazione e la diffusione delle tecnologie, favorendo economie basate sulla conoscenza, e quelli che forniscono sostegno alla ricerca pubblica, alle competenze e alla mobilità dei ricercatori.